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L’appuntamento
“Sei
mio.”
Un
lento sorriso incurva le labbra di Deanna, mentre il suo sguardo avvolge la
figura solitaria seduta al banco del bar. Rimane per un momento a bearsi di
quella vista e di quel pensiero, scaturito nella mente nell’istante in cui i
suoi occhi si sono posati sull’uomo che, nell’impeccabile gessato blu,
sorseggia il suo Sazerac senza prestare troppa attenzione agli altri avventori.
È tipico del suo carattere, del resto. È bravissimo a far finta che il resto
del mondo non esista, almeno quanto lo è a concentrarsi completamente su quello
che gli interessa. Deanna lo sa bene. È una delle sue caratteristiche che l’ha
intrigata di più, fin dall’inizio.
Avanza
di un passo verso il bancone, aggiustandosi i capelli con un gesto inconsapevole.
Ha aspettato così a lungo quel momento. Lo ha sognato, perfino, e non è da lei.
Da quanto non le capitava di sognare un uomo? Forse non lo aveva mai fatto,
nemmeno quando era una ragazzina. Ma lui è diverso, niente da dire, è unico, e
l’ha fatta penare non poco, per arrivare a quell’appuntamento.
Un
altro passo. Un sospiro le sfugge dalle labbra, costringendola a fermarsi
ancora. E se non andasse bene? Esita, ma solo un istante. Non è il momento per
i dubbi, non è il momento per le paure. Ormai è così vicino, ancora qualche
passo e potrebbe toccarlo. Toccarlo… La curva dritta e precisa delle spalle
fasciate dalla giacca dal taglio ineccepibile è in effetti molto invitante. Ti
fa venire voglia di lasciar scorrere le mani su quella simmetria perfetta, di
misurarne la consistenza, la solidità attraverso il tessuto. Chissà se lui ne è
consapevole? Ovvio. Lui è consapevole di tutto quello che lo riguarda. O quasi.
Per questo è sempre stato così difficile coglierlo di sorpresa. Chissà se
questa volta lei ci riuscirà?
Respira
profondamente, facendosi coraggio. Un uomo elegante seduto a un tavolino la
squadra con evidente approvazione. Sa di essersi preparata con particolare
cura, quella sera. Insolito per una come lei, sempre attenta solo alla praticità.
Ma quel completo dal taglio severo le sta bene, glielo hanno sempre detto. Il
trucco è leggero, come sempre, ma enfatizza i suoi lineamenti vagamente
androgini, le labbra naturalmente turgide. Ci sono poche donne nel bar,
nonostante l’ora, ma lei è sicuramente la più attraente. Inutile negarlo. Quel
pensiero le fa nascere un nuovo sorriso, e anche un po’ d’imbarazzo. Lui
apprezzerà? Si renderà conto che è per incontrarlo che si è fatta bella?
Quell’interrogativo,
e lo sguardo di gradimento dello sconosciuto, le infondono sicurezza. Raggiunge
il bancone senza ulteriori indugi e prende posto allo sgabello accanto al suo.
Per un momento non gli si rivolge direttamente, consapevole dello sguardo di
lui su di sé, del modo in cui percorre il suo profilo, la curva del lungo
collo. Solo quando è certa che l’abbia guardata bene, si gira lentamente e lo
fissa negli occhi.
“Sono
impressionato, signorina Ernani.” Lo sembra davvero. La sua voce è calda, il
suo sguardo avvolgente. Deanna non abbassa gli occhi, ma si ritrova a
deglutire, suo malgrado. Forse è anche arrossita.
“Lieta
di essere riuscita a impressionarla, signor Leanti” ammette lei, arricciando le
labbra in un piccolo sorriso. “Non è certo facile, con un tipo come lei.” Lui
pare prenderlo come un complimento, e fa cenno al barman perché gli serva un
altro cocktail.
“Immagino
che offrirle da bere sia fuori luogo” aggiunge poi, mentre il barista resta in
attesa. Deanna lo congeda con un breve cenno di diniego.
“Grazie.
Magari un’altra volta. Ma le lascerò il tempo di finire il suo drink, non si
preoccupi. L’albergo è circondato, nel caso pensasse di riuscire a scappare”
chiarisce, senza smettere di sorridergli.
Lui
la soppesa, un’espressione sorniona, che qualsiasi altra donna troverebbe
irresistibile. E sì, inutile negarlo, lo trova irresistibile anche lei,
accidenti a quegli occhi ardenti, a quella bocca sfrontata!
“Sono
suo prigioniero, dunque?” domanda Walter Leanti, in un sussurro complice.
“All’incirca.
Più propriamente è in arresto” lo corregge lei. “Ma se si comporterà bene
eviterò di ammanettarla qui davanti a tutti” aggiunge, protendendosi verso di
lui e sussurrando a sua volta. Probabilmente dall’esterno sembrano due amanti
che si scambino parole tenere e audaci.
“Credo
che non mi dispiacerebbe essere ammanettato da lei, signorina Ernani” ammette l’uomo,
e sorride come un gatto al sole. “Magari in un’altra occasione…”
“Dubito
avrà molte occasioni, da qui ai prossimi quindici anni” ribatte lei, sorridendo
a sua volta. “Ma non si può mai dire” conclude, strizzandogli l’occhio.
Walter
Leanti fa una faccia dispiaciuta, che rimane pur sempre una gran bella faccia.
Si alza dallo sgabello, si sistema la cravatta di seta, rivolge un cenno di
saluto al barista. Poi guarda Deanna.
“È stato
comunque un piacere, signorina Ernani” la saluta, con una nota di rammarico
nella voce.
“Ispettore
capo Ernani, se non le dispiace” lo corregge Deanna, alzandosi a sua volta. “Vogliamo
andare?” Gli indica l’uscita, e gli agenti in borghese che lo stanno
aspettando. Mentre lo scorta fuori è consapevole degli sguardi di invidia degli
uomini e delle donne che li vedono sfilare insieme. Dopotutto quella è la sua
serata.
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