venerdì 24 luglio 2015

Ancora su librai e librerie

Mi ritrovo, ancora, a parlare di librai e librerie perché, alla notizia che una bella antologia pubblicata da Las Vegas Edizioni ("Prendi la De Lorean e scappa") sia stata di fatto "boicottata" da una commessa di una libreria di catena ho proposto di procedere con acquisti online, che per i lettori di editori non grandissimi sono garanzia di successo (li trovi, li compri, li leggi). Las Vegas mi risponde che ci sono ottime librerie e ottimi librai che perderebbero il loro posto di lavoro se tutti la pensassero come me. Sempre oggi sul blog Rosapercaso trovo questo post che, giustamente, inneggia alle librerie indipendenti e ai libri di qualità. E allora mi ricordo di aver dedicato una riflessione alla crociata contro Amazon, questa. Crociata che non mi trova d'accordo, in soldoni. Ma urgono alcuni chiarimenti: non ho nulla contro i librai, anzi. Una che adora i libri da sempre non può che essere dalla loro parte. Il problema è che non c'è mai stato un libraio di fiducia nella mia vita. Perché non c'è mai stata una libreria di fiducia. Pigrizia mia, probabilmente. Ma l'unica che potrei considerare tale è la Ubik di Monterotondo dove a coccolare libri, lettori e autori c'è, tra gli altri, Chiara Calò . Peccato che io viva a Campobasso e che le mie pur frequenti puntate a Roma difficilmente mi consentano di andare a salutarla e a farmi consigliare nuove letture, come vorrei. Tutto questo per dire che vorrei, ma non posso. E per non rinunciare al mio motto #ioleggodifferente, i libri, quasi tutti i libri, li acquisto online. Se è una colpa, mi dichiaro colpevole.

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