venerdì 24 maggio 2013

Roulette russa con la vita degli altri


Succede a Roma, un sabato sera che sconfina in una domenica notte. Una grande città non dorme mai. A Roma, durante la notte clou del week-end ti può capitare di fare la fila, incolonnato tra nugoli di automobili dai finestrini aperti e dalla musica che rimbomba. Si chiama movida e assomiglia a una transumanza coatta. Coatta nel senso di obbligatoria, se non esci il sabato notte sei uno sfigato, e nel senso di tamarra, con i look, le musiche e gli atteggiamenti del caso. Niente di grave. Anzi, il fatto che molte di quelle auto siano occupate da donne sole, a loro agio nella notte metropolitana, è un bel segnale. Significa che è possibile e giusto. Nonostante la paura sottile che rimane ai margini. Una donna sola è più sola degli altri. Una donna sola, anche al centro di una colonna di automobili in lenta marcia verso il divertimentificio di zona, lo sa di rischiare di più. Rischia perché è donna. Non date retta, non importa come sia vestita, non importa che ora della sera o della notte sia, non importa il perché e il per come di quella sua solitaria presenza. È donna. In quanto tale possibile preda. Ma le moltissime donne che frequentano la notte romana (o milanese o di qualunque altro luogo) non accettano di esserne escluse. E vanno. Stavano andando, anzi, tornando a casa anche le due donne che sabato scorso erano alla guida delle loro vetture in una zona periferica di Roma. E l’aggettivo periferica è importante. Non per contestualizzare degrado o quant’altro, ma per avere una vaga idea di quella che in una fiction chiameremmo location. Viale Palmiro Togliatti è una grossa arteria di scorrimento a sud-est della capitale. Collega tre consolari importanti: Tuscolana, Casilina e Prenestina sconfinando poi nella Tiburtina. Di fatto attraversa quartieri popolosi, ma con le caratteristiche di molte periferie urbane: sono quartieri dormitorio. La movida del sabato notte non abita qui. Parte da qui, alla conquista del centro o del litorale. Ma viale Palmiro Togliatti di notte è e resta uno stradone a tre corsie da percorrere rapidi. Sulla Togliatti si corre. Se non corri, c’è sempre qualcuno che ti si inchioda al lunotto e ti acceca con gli abbaglianti. Può capitare che ti innervosisci, lasci passare, lampeggi a tua volta. Può capitare che quell’automobilina, una smart nera, abbia a bordo due balordi (non ancora identificati) che non ci stanno a farsi lampeggiare. Può capitare, è capitato, che tirino fuori una pistola e sparino. Due donne si sono sentite fischiare pallottole davanti alla faccia. Sono vive. Scioccate, impaurite, decise a non frequentare più la notte, ma vive. È un caso però. I due balordi, che hanno sparato anche a un’auto in sosta, che hanno inseguito una delle due donne fin quasi al garage, che sono descritti come due trentenni, uno olivastro, hanno giocato con le loro vite. Una roulette russa, assurda e codarda. Perché quei due hanno giocato con le vite degli altri. E potrebbero averla fatta franca.

Laura Costantini

2 commenti:

  1. Non finisco mai di provare un sentimento impotenza che sconfina in un dolore sordo, senza speranza.
    Cosa c'è, in questo mondo, che non va? Perché tanta ferocia, tanta brutalità, tanta stupida violenza?

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    1. Non lo so Ross. Ma qualcosa da fare deve pur esserci per restituirci l'umanità che stiamo perdendo.

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