Parafrasiamo il più celebre degli incipit tolstojani e
diciamo che tutti gli uomini normali sono simili fra loro, ogni uomo speciale è speciale a modo suo. Lo scorso 5
dicembre è morto, alla bella età di 95 anni, Nelson Mandela. E nessuno
di noi ha avuto bisogno di consultare wikipedia per sapere chi fosse e in che
modo ha cambiato la vita delle minoranze di colore in Sudafrica e nel mondo.
Pochi giorni prima, il 2 dicembre, è morto
Ambrósio Vilhalva. Se lo cercate su wikipedia, non
troverete una pagina tutta per lui. Viene solo citato nella voce dedicata alla
popolazione Guaranì. Ne era il leader. È morto
per loro. Assassinato. Come Mandela ha fatto per tutta la sua lunga vita,
Vilhalva lottava per garantire al suo popolo il diritto di vivere sulla sua
terra. Come ai neri del Sudafrica nei tempi oscuri dell'apartheid, agli indios
Guaranì non viene riconosciuta pari dignità, non viene
accordato il diritto di continuare a vivere secondo le proprie tradizioni,
secondo la propria cultura, nella terra che da sempre li ospita, il Mato
Grosso. Come Mandela, ma non con la stessa visibilità e fama nel mondo occidentale, Vilhalva
è stato simbolo di diritti negati, di
dignità calpestate, di esseri umani immolati
sull'altare di interessi economici e politici. Un simbolo forte, al punto da aver
ispirato il pluripremiato film "Birdwatchers – La terra degli uomini rossi" di
Marco Bechis, in cui, lui protagonista, si raccontava la lotta disperata dei
Guaranì. Aveva viaggiato, Vilhalva, aveva portato nel mondo la
voce della sua gente. Aveva fatto pressioni sul governo brasiliano, per come
poteva e sapeva, per ottenere giustizia. La sua comunità, nota come Guyra
Roká, era stata privata della terra alcuni decenni fa, per volere
di ricchi latifondisti. Per anni i Guaranì avevano
vissuto di niente, come mendicanti sul ciglio di una strada. Poi, nel 2007
avevano rioccupato una parte della loro terra, incorrendo nelle ire dei
proprietari delle enormi piantagioni di canna da zucchero che ne sono state
ricavate. Vilhalva aveva ricevuto minacce nei mesi scorsi. Poi, la notte del 2
dicembre, l'agguato a colpi di pugnale. E quasi nessuno nel mondo ne ha
parlato. Ogni uomo speciale è speciale
a modo suo. Mandela è stato un protagonista del Novecento.
La sua lotta, la sua lunghissima prigionia, l'amore che ha saputo suscitare,
con la forza dell'esempio, anche nel mondo della cultura e dello spettacolo, ne
hanno fatto un'icona. Era malato da tempo e oggi il mondo intero piange Madiba.
Ambrósio non ha avuto lo stesso impatto sull'opinione pubblica
mondiale. Ma la violenza del suo assassinio testimonia di quanto il suo
schierarsi contro il potere della Raízen, una joint venture tra Shell e
Cosan che utilizza la canna da zucchero per produrre biocarburanti, avesse
toccato nervi scoperti. La campagna che lui, la sua comunità e
Survival International avevano intrapreso, ha costretto la Raízen a rinunciare
alla canna da zucchero coltivata nelle terre guaranì. Ma questa
vittoria Ambrósio Vilhalva l'ha pagata con la vita.
Laura Costantini
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