Era da tempo che io e Lory non ci concedevamo un'uscita fuoriporta in tandem, senza mariti e fidanzati al seguito. L'occasione ce l'ha fornita la presentazione napoletana del nostro FIUME PAGANO presso la libreria Loffredo, al Vomero. Cosi' ci siamo messe in macchina (la mia mitica e francesissima Lulu') e siamo partite alla volta di via Kerbaker numero 21. Ora dovete sapere che Napoli e' citta' che spaventa l'automobilista non autoctono (credo lo stesso sia per Roma, ma io a Roma ci vivo e quindi...). L'impianto urbanistico e' creativo al massimo, le strade ampie si alternano ai vicoletti ammazzacarrozzeria, i sensi unici somigliano alle scale magiche di Hogworth (nel senso che cambiano posto godendo di volonta' propria) e il parcheggio e' utopia pura. Pero' il rientro in treno, dopo le 20, sarebbe stato problematico e io sono stata omaggiata a Natale di un supertecnologico ed economicissimo Nokia dotato di navigatore satellitare, quindi abbiamo impugnato il coraggio a quattro mani, ci siamo informate sui garage per il parcheggio giornaliero in zona e via. Il Gps e' stato attivato in prossimita' dell'imbocco della tangenziale di Napoli e la sottoscritta (che ama la tecnologia ma non si fida fino in fondo) si era gia' documentata sull'uscita piu' adatta: numero 9, Vomero. Manco a dirlo la voce flautata del navigatore ci comunica di prepararci all'uscita: Arenella. Panico. Come Arenella? Forte di leggende metropolitane su automobilisti che si son fidati del Gps e stanno ancora vagando in esotici limbi pluridimensionali, mi giro a Lory: "Che faccio? Mi fido?"
Lory e' fatalista e comunque non le do il tempo di rispondere: o si imbocca l'uscita o ci si schianta sul guardrail in un coro di clacson. Si imbocca. Fa uno stranissimo effetto dipendere in toto da una voce virtuale che ti guida con piglio sicuro su strade che ti sono totalmente sconosciute. Tra uno "svoltare decisamente a sinistra" (che vuol dire fare inversione) e "alla rotatoria prendere la terza uscita" (che vuol dire fidati, perche' il navigatore i sensi unici non li conta proprio), la voce ci porta dritte dritte a via Kerbaker e il fato ci sorride con un posto libero sulle strisce blu. Il tempo di scoprire che a Napoli il parcheggio piu' si protrae, piu' costa e ci si dedica a una passeggiata in zona shopping (via Alessandro Scarlatti). Ci dicono che uno dei salotti buon di Napoli, i saldi impazzano ma Laura e Lory sono tipe anomale e la vetrina dalla quale non riescono proprio a staccarsi e' quella di una pasticceria. La merce esposta ci appare irresistibile. Lo spiedino di "bombe" alla crema e al cioccolato con colata di Nutella ci tenta. Resistiamo? Resistiamo... cinque minuti circa. Poi torniamo sui nostri passi e chiediamo l'articolo piu' dietetico. "Due ciambelle", dice Lory. "Due graffe", la corregge serio il pingue pasticcere. Chiamale come ti pare, mi viene da pensare mentre al primo morso subisco un'estasi delle papille gustative. "Ma sono calde", dice Lory. "Sono sempre calde", ribadisce severo il pasticcere. Ed e' con la faccia spolverata di zucchero e la bocca ancora in trip da "graffa" che ci troviamo ad accogliere gli amici napoletani sulla soglia di Loffredo. In vetrina le copie di FIUME PAGANO sono vicine al capolavoro di Maurizio De Giovanni "Il giorno dei morti". La foto e' d'obbligo. Poi Maurizio arriva e con lui Aurelio, Francesco, Enza, Floriana, Simonoir, Gianni... Siamo in tanti e Maurizio comincia a parlare del nostro romanzo con parole che sono dolci quanto le "graffe" e in compenso non ingrassano per niente. E' stata una bella presentazione, abbiamo firmato le copie, ci siamo trovate tra amici che non ringrazieremo mai abbastanza. Fiduciose nel potere magico del Gps, torniamo da Lulu' senza alcun dubbio sul rientro a Roma. Ma il navigatore ci comunica che, per quel che ne sa lui, ci troviamo esattamente al largo di Marechiaro, in pieno golfo di Napoli. Panico! Cercando di farci riacchiappare dal Gps ci spostiamo e solo a piazza Vanvitelli il satellite ci aggancia, pronto a riportarci a casa in una notte buia e tempestosa.
Laura
p.s. questo e' il mio resoconto. A breve la trasferta napoletana secondo Lory
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Che bella avventura!
RispondiEliminaIo a Napoli sono terrorizzata dal traffico (e non guido io). Però mi piace sempre assai.
E i dolci che ci sono a Napoli non esistono nel resto del mondo. Anche il più scalcinato dei bar ha paste ottime. A Bologna anche nel bar più lussuoso, beccare un cornetto 'buono' è come vincere un terno al lotto...
Mi sto perdendo un sacco di cose belle... E non alludo ai dolci, e a Napoli, e neppure al vostro bel libro (che non me lo posso perdere perchè è da tempo nella mia libreria e nel mio cuore...). Ma alludo al calore di questo incontro,al calore dell'amicizia che lo ha attraversato e che tu hai descritto così bene, cara Laura. E alludo anche al fatto che è da tempo che non visito i blog degli amici, e mi perdo, così, dei bei post, come questo, ad esempio.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Milvia
quanto mi sarebbe piaciuto essere lì con voi!
RispondiEliminae menomale che sono passataa leggere, irresistibile post.