Bello. Scritto benissimo. Orchestrato
meglio. Perfetto per tirarci fuori una serie tv. Un film non basterebbe. Un
giallo con i controfiocchi, amaro come le risate che ti strappa. Ci sono echi
di Coliandro, di Manara, pure di Rocco Schiavone, ma c'è dietro una penna
magistrale e originale. C'è la tecnica giusta di un'autrice che sa il fatto suo
e lo dimostra da anni, anche se non appare spesso negli elenchi dei giallisti
nostrani. Infatti meriterebbe una lista a parte. E la guiderebbe.
Se vi piace il noir, se vi piace il giallo,
se vi piace il poliziesco con una strizzata d'occhio agli sbirri "brutti e
cattivi" dal cuore d'oro. Se vi piacciono le dark ladies, se vi piacciono
le atmosfere cemento e spazzatura. Se amate Roma, anche quando è degrado e
sporcizia.
Se anche un solo "se" vi
appartiene, leggete questo romanzo e ringraziatemi per il consiglio.
- "Grosso guaio a Roma sud" è
stato una bellissima sorpresa, a cominciare dai protagonisti assoluti: due
gemelli congiunti, siamesi. Non credo sia mai accaduto prima. Come nasce questa
idea?
Ciao, Laura.
Felice che i miei due delinquentelli ti siano piaciuti. Zek e Sam sono nati
diversi anni fa in un forum di scrittura, Scrittori per Sempre. Uno di quei
posti a zero salamelecchi e tanta scrittura e critica costruttiva. Si trattava
di creare un conflitto molto forte in una situazione ‘sporca’. Non mi è venuto
in mente niente di più sporco di un cassonetto romano e di più conflittuale di
due persone uguali fuori e diversissime
dentro, costrette a stare insieme. Così sono nati i miei gemelli, in un racconto
breve di un paio di pagine. E si sono subito trovati intorno un gruppo di fan
scatenati. Poi, come spesso fanno i personaggi, mi hanno colonizzato il
cervello, di giorno e soprattutto di notte, e ho dovuto raccontare la loro
storia o non avrei più dormito.
Sono singolari,
certo. Per quanto ne so, ci sono gemelli congiunti in un racconto di Landsdale,
in ambiente circense, e solo Alessandro Berselli ha affrontato un personaggio
doppio in Le siamesi , da cui è stato
tratto anche un film. Però certo, Zek e Sam sono personaggi che non s’incontrano
di frequente. Sono stata subito consapevole di chiedere molto al lettore. Di
invitarlo a stringere un patto di complicità molto forte. Di credere a un
pizzico di favola, un’ombra di magia, un’idea di fumetto, come mi hanno detto
alcuni dei miei primi lettori. Ma io ho una grande fiducia in chi legge, e
finora mi sembra ricambiata.
Un grazie all’agenzia
Saper Scrivere che mi ha editato e rappresentato e a Todaro Editore che ci ha
creduto. E uno, enorme, ai lettori che
hanno amato Zek e Sam così come sono. Rendono queste strane giornate più
leggere.
2 - Il giallo si
dipana spiazzando il lettore e mostrando la maestria con cui gestisci la
tecnica. Ma, a parte il mestiere, si percepisce chiaramente il divertimento
negli incastri. Quindi quando scrivi non soffri?
Soffro, rido,
piango, m’infurio, non mi faccio mancare niente. È un prezzo che pago ai miei
trascorsi da teatrante, credo. Scrivere di alcune vicissitudini dei personaggi
- non dico quali per non anticipare - mi ha fatto perdere svariati etti di
liquidi; l’impotenza e la fragilità dei gemelli, nascosta dietro le facce da
duro e nemmeno tanto bene, mi ha causato crisi di rabbia civile, come pure
alcune posizioni di Nick Badile e la strafottenza della grande criminalità, o
l’incoscienza con cui alcuni personaggi corrono convinti verso il baratro.
Certo che le emozioni ci sono. Ma sono una contastorie, e le storie vanno
contate bene, al meglio che si può. La costruzione narrativa deve essere forte,
e incanalare il pathos nella giusta misura. Per quanto riguarda gli incastri,
hai visto giusto: sono una delle parti più divertenti del lavoro.
Poi c’è un
discorso a parte: quello di un certo tempo verbale. Fedeli alla regola che ‘più
crescono i muscoli, più calano i congiuntivi’, Zek e Sam lo usano poco o
niente, il congiuntivo. E quella è stata davvero dura. Come chiedere a una
persona intonata di stonare apposta. Magari ci riesce, ma è difficile. In un
paio di casi ho coperto gli occhi alla tastiera perché non guardasse. Lì sì che
ho sofferto.
3 - Nonostante
Zek e Sam sovrastino tutti, mi verrebbe da dire che le donne la fanno da
padrone: Irina, Felicita, la poliziotta, Luz sono indimenticabili, ognuna a suo
modo. E sono indispensabili nell'intreccio. Mai appaiono come figurine di
abbellimento. Essere un'autrice ti spinge a creare donne vere?
Sai, secondo me,
in un romanzo, nemmeno una virgola deve stare lì per abbellimento, figuriamoci
un personaggio. Anche due figure di sfondo come Maria e Juanito Cortez hanno il
loro spazio e la loro funzione. Molti grandi scrittori sono stati capaci di
creare figure femminili indimenticabili, pur inscritte nella società in cui
agivano, e non serve certo che li ricordi.
Tuttavia, credo
che, oggi come oggi, una donna si muova con più disinvoltura nel mondo
emozionale di un’altra donna. Mi è capitato spesso - e parlo di best seller, di
autori al top di classifica - di esclamare: ‘Ma no! Una donna questo non lo
farebbe mai!’.
E poi, hai
notato una cosa che è una costante delle mie storie, anche di quelle con
Montesi, il mio investigatore seriale: è vero, a indagare è un uomo; è vero, i
protagonisti di Grosso guaio sono
maschi. Ma a guardare bene, in tutte le storie - e dico davvero tutte - sono le donne ad agire e a muovere
l’intreccio.
Non sono brava a
ragionare in termini di genere, nella scrittura. Mi piace pensare che un
romanzo debba essere valutato a prescindere dal genere di chi lo ha scritto.
Insomma, mi piacerebbe che fosse così. Però forse il fatto che a scrivere sia
una donna ha il suo peso nel dare tanto spazio ai personaggi femminili. È una
cosa che, per quanto mi riguarda, viene da sé.
4 - Sei un'autrice con numerose
pubblicazioni in curriculum ma, ne sono certa, hai un sogno nel cassetto:
quale?
Certo. Il Nobel
per la letteratura verso i novanta (smile smile smile). Scherzi a parte: ho in
mente una storia enorme. Per lo meno così mi sembra, se penso alle mie forze e
alle mie capacità. Una vicenda che richiederebbe ricerche accuratissime in un
ambito poco documentato e dovrebbe attraversare la Storia maiuscola dall’inizio
alla fine del secolo passato. Forse, la scorsa estate, ho individuato un
sentiero stretto, accidentato e pieno di zone buie. Ma, per la prima volta, un
sentiero che va nella direzione giusta. Se è così lo saprete, perché sparirò
per dieci anni. Sarà una faccenda lunga.
5 - In questo periodo di segregazione stai
scrivendo? Cosa bolle in pentola?
A dire il vero,
all’inizio dell’orribile distanziamento sociale, necessario ma non per questo
meno devastante, facevo fatica anche a leggere con attenzione. Poi mi sono
ripresa. Leggo di nuovo con gusto e da qualche giorno scrivo. Sciocchezze: che
fanno Zek e Sam durante la pandemia, per esempio. Cose che magari non
pubblicherò mai, ma servono per tenere caldi i polpastrelli e sciolte le
sinapsi.
Tutto l’apparato
creativo pronto per un sequel di Grosso
guaio a Roma Sud , forse, e per un’altra avventura di Montesi.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti non espressamente firmati e/o sgradevoli verranno cancellati dalle proprietarie di questo blog.