sabato 8 ottobre 2011

I miei articoli per "La Sesia": il fascino delle dark girls


N.B. questo articolo è stato scritto due giorni prima che il tribunale di Perugia assolvesse la Knox e Sollecito per non aver commesso il fatto.

In questi giorni è grande l’interesse mediatico intorno alle protagoniste di due casi di omicidio ormai passati alla storia. Due dati su tutti: il settimanale Panorama ha dedicato la parte alta della copertina ancora in edicola a Erika Di Nardo e a Perugia si sono accreditati 412 giornalisti da tutto il mondo per la sentenza di secondo grado su Amanda Knox. Gli occhi di Erika in primo piano in tutte le edicole d’Italia. E colleghi che per descrivere Amanda usano espressioni come “bellezza irrimediabile”, “viso d’angelo”, “Amelie di Seattle”. Sembra di essere nel mondo di Raymond Chandler, dove la bellezza si coniugava con la malvagità, dove nasceva la figura della dark lady, quella che irretiva gli uomini e li spingeva a commettere nefandezze in suo nome. Erika, rea confessa e prossima a uscire di carcere dopo aver scontato 16 anni di carcere, è stata riconosciuta ideatrice del massacro di Novi Ligure. Fu lei a coinvolgere il fidanzatino Omar nell’uccisione della madre Susy e del fratello Gianluca. Novantasette coltellate, un’agonia interminabile, una scena del crimine che ha scosso profondamente gli agenti accorsi per primi. Oggi Erika, in posa sulle pagine di Panorama, racconta che le manca sua madre e che non vuole sentir nominare Omar, perché la innervosisce. Perché fu sua la colpa di tutto. Omar, che in realtà si chiama Mauro, è uscito di carcere prima di lei e si è sforzato di sparire dalla ribalta, di cancellare quel 21 febbraio 2001 e tutto quel che ne è seguito. Ha calato il pugnale, come Erika, ma è un comprimario. Proprio come Raffaele Sollecito che, lamenta il suo legale Giulia Bongiorno, “sta sempre un passo indietro, al guinzaglio, è al massimo un allegato”. E i pubblici ministeri di Perugia, in assenza di un valido movente per l’omicidio di Meredith Kercher, sono convinti che Sollecito abbia agito per amore di Amanda. Sotto la guida di Amanda. In entrambi i casi a farla da padroni sono quelli che il gergo giuridico cataloga come “futili motivi”. Mentre scriviamo non sappiamo quale sarà la sentenza di secondo grado per Amanda e Raffaele. Ma che arrivi l’assoluzione o l’ergastolo, resta il mistero di una morte, quella di Meredith, senza spiegazione. Esattamente come senza spiegazione è rimasta la morte della madre e del fratellino di Erika. Erika che andava male a scuola, che faceva uso di droghe leggere, che amava Omar nonostante sua madre fosse contraria. Che litigava con la mamma, come qualsiasi sedicenne. E Amanda come spesso accade tra ragazze sarebbe stata gelosa di Meredith e, secondo la procura, avrebbe voluto “vendicarsi di quella smorfiosa troppo seria e morigerata per i suoi gusti”. Basterebbe, per inorridire. Ma se a trasformarsi in efferate assassine sono ragazze dal faccino pulito e dalla fresca bellezza, la fascinazione del contrasto sale alle stelle. E in barba al distacco professionale, sono uomini i giornalisti che quella bellezza, fosse pure colpevole, la vogliono in prima pagina.

Laura Costantini

5 commenti:

  1. Mi piacciono molto i tuoi pezzi per La Sesia.
    Questo su Amanda e Erika, coglie un aspetto che non ho trovato su altri quotidiani o blog: la coincidenza, nei due casi, di due giovani donne, con fidanzatino al seguito, graziose e dall'apparenza angelica , che hanno una così forte ascendenza sui malcapitati fidanzatini da coinvolgerli in conflitti personali fino a...
    Non sappiamo con certezza se Amanda sia colpevole dell'omicidio di Meredith; sappiamo però che sia lei che Erika hanno in ogni caso scelto un compagno schivo, fragile, forse immaturo.
    E che entrambe, alla fine, hanno rifiutato ogni relazione con quel fidanzatino dopo la sentenza.
    Come se solo allontanando da se stesse quell'ingenuità e quella fragilità che il fidanzatino ha loro rappresentato in quel dato momento, potessero trovare in sé una versione di se stesse accettabile con la quale riproporsi al mondo.
    Così mi chiedo: loro, i fidanzatini, come pagheranno quella loro debolezza?
    Quanto peserà, nella costruzione della loro personalità, quella relazione iniziata con innocenza (troppo giovani e inesperti entrambi)e finita per rivelarsi il baratro più profondo in cui un essere umano possa cadere: l'omicidio.
    Non importa se Amanda è colpevole e se Sollecito ne sia complice.
    Erika è colpevole e Omar le è stato complice attivo, e lo schema finale pare lo stesso.
    Sollecito che cerca in ogni modo di sottrarsi, giustamente, alla ribalta mediatica (come Omar); Amanda che pare attrarre da quell'oscuro momento tutta la luce della ribalta su di sé (come Erika, che è comunque quella di cui si è parlato di più e che pare uscire dal carcere come un essere che ha vinto qualcosa.
    Solare, bella, sportiva, sicura di sé.
    O almeno, questa è l'immagine che ci hanno mostrato di Erika i media.
    Due casi che pongono molte riflessioni sulle dinamiche interne a ogni relazione, sulla fragilità e sul potere. E su quanto giochino questi due aspetti per la costruzione di una relazione e sugli esiti che da questo conflitto/binomio possono scaturire.

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  2. Ross, sono felice che tu abbia evidenziato il parallelo che per me salta agli occhi. Grazie di leggermi e una domanda? Ma tu non hai difficolta' a commentare su blogspot? Io ogni volta mi ci devo impiccare al punto che mi riesce piu' facile postare da anonimo che da utente.

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  3. Laura, capita anche a me, a volte, di aver difficoltà a postare un commento.
    E alla fine ho capito che non dipende da me.
    A volte sì: se ad esempio sono loggata come utente, non ho quasi mai difficoltà (e il quasi è già un fatto).
    Altre volte credo di aver capito che è perché magari stanno trafficando sulla piattaforma e lì non c'è verso: bisogna desistere e tornare dopo alcune ore, quando tutta pare di nuovo semplice.
    In ogni caso, prova sempre a controllare se sei loggata prima di postare un commento: spesso funziona.
    Poi, non a caso lascio commentare tutti e senza alcuna restrizione: tanto, se (come è successo in questi giorni) arriva quello che da fastidio, elimino il contenuto del commento e lo sego comunque.
    Certo che ti leggo!
    Magari mi è difficile seguire le varie iniziative editoriali (che però leggo comunque) ma dei tuoi pezzi non me ne perdo uno.
    A presto, dunque...

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