mercoledì 11 luglio 2012

I miei articoli per "La Sesia": Khodia e gli altri

C’è uno spot che passa su Sky. Mostra una bimba drammaticamente bella. Impressionante come regga il primo piano. L’intensità dello sguardo non è sminuita dal velo opaco che oscura una delle pupille. La bimba, che chiameremo Khodia, è nera. Avrà poco più di due anni. Sul cranio glabro e percorso da sfoghi è fissato un ago a farfalla. Ha lunghe ciglia e fissa dritta in camera mentre una voce ci racconta, per un tempo televisivamente infinito, che quella bimba sta morendo di fame. E che basterebbero nove euro al mese per salvarle la vita. La voce parla, reitera il concetto e intanto Khodia ci fissa. Ha il dolore nello sguardo, la rassegnazione, la consapevolezza di essere venuta al mondo nel posto sbagliato e di dover pagare questa involontaria colpa. Lo spot è estremamente efficace. Deve essere costato un bel po’ di soldi. Perché certo nessuno ha pagato Khodia o i suoi genitori, posto che li abbia. Ma nella scelta dell’immagine, delle luci, della musica, nel montaggio c’è una professionalità altissima. Il committente è Save the children, benemerita onlus che si occupa di salvare, appunto, bimbi come lei. Il problema è che se si riesce a superare l’impatto emotivo, un vero e proprio pugno nello stomaco, che furbescamente ci viene impartito, la domanda vera è: quanti di quei nove euro al mese finiranno nell’acquisto di buste di alimento iperproteico e quanti in pubblicità? Negli ultimi anni la sensibilità del mondo occidentale nei confronti della strage di bimbi del Terzo mondo è aumentata. E il merito, va riconosciuto, è anche degli sforzi divulgativi di numerose onlus. Se vi è mai capitato di donare una cifra, anche piccola, a Save the children, saprete che da quel momento è iniziata una vera e propria pioggia di carta nella vostra buca delle lettere. Magari, non ci giureremmo, è carta riciclata. Ma è stampata a colori vivaci, preminente il rosso. Ha un ottimo impatto visivo, dietro il quale è facile immaginare uno studio grafico di quelli capaci. Di quelli che costano. E, non bastasse, spesso nella busta è allegata la vostra tessera socio, plastificata, e un bel gadget, tipo una gomma per cancellare, anche lei rossa e col simbolo sopra. Non dovete pensare che sia solo Save the children a operare in questo modo. Se qualcuno ha adottato a distanza un bimbo, è facile lo abbia fatto attraverso ActionAid, altra onlus molto attiva in questo campo. E molto seria, sia chiaro. Però ActionAid, una volta che abbiate scelto di essere socio sostenitore e genitore affidatario di un bimbo, vi tiene aggiornati. E sono opuscoli, depliants, addirittura riviste. Voi in realtà non dovreste preoccuparvi, in fondo fate la vostra buona azione con quei 23 euro mensili per mantenere Khodia e vederla crescere attraverso foto e resoconti. Eppure, dopo esservi detti quanto siete generosi, fatevi, facciamoci la domanda: non sarebbe meglio se tutti quei (pochi) soldi servissero a dar da mangiare Khodia e a tutti gli altri?

Laura Costantini

2 commenti:

  1. Mi sono avventurata lo scorso anno in un post - Beneficenza Spa - provando ad almeno chiarire i contorni di questo mondo.
    Save the Children poi mi tocca sul vivo: quando sono sbarcati per la prima volta in Italia, nel 2008, lo fecero con la campagna, tutt'ora in corso, Riscriviamo il futuro.
    Obiettivo: dare accesso all'istruzione a circa 37 milioni di bambini che nel mondo non possono andare a scuola.
    Mi inventai da sola, senza alcun supporto, di allestire dei banchetti per la raccolta fondi.
    Organizzazione eccellente la loro, direi perfino migliore di quella di molte aziende.
    Comunicata la mia disponibilità nei giorni stabiliti (andavano anche degli spot in tv in quell'week-end), mi mandarono via corriere espresso due scatoloni con piante da vendere, depliants, matite, ricevute da rilasciare ai donatori/acquirenti. Io mi comprai (con i miei soldi) un tavolino e mobilitai un paio di colleghe che si alternarono nell'affiancarmi il sabato in una piazza e la domenica in un'altra vicina.
    Tirai su 780€, in 2 mezze giornate, circa 300 dei quali versati senza acquisto di piante (peraltro care, a 15 euro l'una le dovevo vendere) e a tagli di 1 /2 euro di autentica beneficenza per la quale compilai regolare ricevuta.
    Feci il versamento al centesimo nel c/c che mi era stato comunicato e a questi aggiunsi 500€ miei, per una sorta di slancio ideale in cui ho sinceramente creduto.
    Le piante rimaste le restituii insieme al resto del materiale che fu prelevato sempre da un corriere espresso.

    Mai avuta nemmeno una lettera di grazie.
    Due mesi dopo incontrai in un noto centro commerciale dei ragazzi che facevano servizio di volontariato per Save the Children.

    Erano in 3, uno dei quali con funzioni di coordinatore, e venivano da un'altra regione vicina.
    Il coordinatore, chiacchierando, mi spiegò che era una seccatura fare quel sabato di lavoro per pochi euro al giorno, ma che la difficoltà di trovare lavoro imponeva di accettare anche quei pochi euro più la trasferta.
    Mi sentiii una cretina totale.
    1.280 €, fra raccolta e donazione personale, in un week-end, a un'organizzazione che paga i volontari e li manda pure in trasferta, se non ne trova in zona: un'impresa, un business, un lavoro...
    Cioè: io fatico ad arrivare a fine mese con un lavoro precario e ho tirato su per loro 780€, versati insieme a 500 dei miei, da fessa, convinta di ciò che facevo.
    Loro pagano (con i soldi altrui) il volontariato.
    Quel ragazzo mi spiegò (e solo allora ho iniziato a capire), che fare volontariato non è fare gratuitamente qualcosa.
    La causa ha bisogno di sostegno economico per le strutture, la pubblicità (appunto!), i mailing e anche per retribuire le persone che diversamente non sarebbero così facilmente disponibili ogni volta che mettono in piedi una raccolta fondi o una qualunque campagna.

    Oggi ho accumulato parecchie notizie sulla gestione dei vari fondi raccolti dalle varie organizzazioni per i più diversi motivi: un business miliardario che da lavoro e stipendi a parecchie persone, oltre a servire a mantenre apparati contigui al potere gestiti al loro vertice da chi al potere è contiguo.
    Nulla di male, eh?
    Però oggi, ogni volta che qualcuno mi racconta di aver ceduto fossero anche 2 euro via sms pro qualcosa, mi scatta la necessità di informare sull'uso reale di quei 2 euro.
    Scoprendo che come fessa non sono sola e che pochi in realtà sanno che ciò che arriva nelle disponibilità dei soggetti bisognosi è solo una esigua parte di ciò che donano.
    Il resto, serve a mantenere in piedi onlus (esentasse e spesso beneficiarie di fondi dello Stato, quando non direttamente fraudolente società mascherate da onlus che di lucro ne fanno eccome), ong varie e compagnia bella...
    E' Khodia, a far magiare gli altri, alla fine.
    Ed e' questo, a essere indecente.

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    1. Ecco, mi confermi in pieno la mia impressione. Che tristezza...

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