martedì 11 giugno 2013

Dittatore e cittadino onorario

Benito Mussolini, duce del fascismo, dittatore e responsabile di una delle pagine più dolorose nella storia recente del nostro paese, è cittadino onorario di Varese dal 1924. Non che oggi le cittadinanze onorarie si concedano per meriti stratosferici e inoppugnabili, ma Mussolini fu insignito perché aveva deciso per Varese capoluogo e Varese provincia. Ergo, nel 1924, era un benemerito della cittadina lombarda assurta ai fasti del capoluogo. Aggiungiamo che era, il Mussolini, anche il capo del partito fascista e presidente del consiglio e si capisce come, all'epoca, fosse salutare annoverarlo nella cittadinanza. Poi accadde quel che tutti noi, cittadini italiani dotati di diritti civili, saremmo tenuti a sapere: ventennio, che nel '24 era ai primi sanguinosi vagiti, dittatura, alleanza col nazismo, leggi razziali, entrata in guerra, morte e distruzione. È anche normale che, morto Mussolini e finita la seconda guerra mondiale, tutti presi nel ricostruire dalle macerie fisiche e morali, ci si sia dimenticati di quella cittadinanza onoraria. Sono passati 89 anni. Abbiamo pur avuto altro a cui pensare. Ma qualcuno, magari scartabellando faldoni, si ricorda del Mussolini varesino ad honorem e decide che forse è il caso, "considerato il negativo giudizio storico, morale e politico condiviso sulla figura di Mussolini", di annullare il quasi centenario provvedimento. E si verifica quello che, purtroppo, era facile immaginare. Chi oggi si stupisce della vergogna consumata in sede di consiglio comunale di Varese, forse non ricorda che pochi mesi fa, in occasione della Giornata della Memoria, un altro lombardo doc ebbe a dire che sì, insomma, le leggi razziali se le poteva risparmiare. Ma in fondo il Mussolini ha fatto anche tante cose buone. Da Varese gli hanno fatto eco e il video è in rete, a disposizione di chiunque non abbia avuto modo di vederlo nei tg nazionali. In un clamore da assemblea di condominio, con applausi e urla mutuati pari pari dai talk show televisivi, i sostenitori del cittadino Mussolini hanno dichiarato che "il giudizio sui dittatori è un conto, altro è la cittadinanza onoraria a Mussolini". E per motivare il curioso distinguo hanno cominciato a urlare, nei confronti dei rappresentanti dell'A.N.P.I. Li hanno chiamati assassini. Li hanno accusati di aver massacrato il capo dello stato, cosa che Mussolini non era perché nominalmente il ruolo era detenuto da Vittorio Emanuele III. Hanno ricordato, con evidente nostalgia, che il duce ha governato l'Italia per vent'anni. E hanno sottinteso che quanto accaduto di tragico in quei venti anni fu, esattamente come le leggi razziali, peccato veniale di un benemerito. Alla luce di quelle urla, alla luce di quelle parole, alla luce della votazione che ha mantenuto il Mussolini ben saldo nel suo ruolo di varesino ad honorem, sarebbe interessante permettere, a coloro che urlano in difesa della repubblica di Salò e contro i partigiani, di raccontarci la storia di quegli anni e di quelli che seguirono, con parole loro. Nell'attesa, potremmo informarci quale città tedesca mantenga Adolf Hitler tra i meritevoli di onorificenza per il suo impegno e le sue opere.

Laura Costantini

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