Sono passati vent’anni da quando la scena finale di “Thelma e Louise” ci lasciò col fiato sospeso e gli occhi lucidi. Rattristate e insieme felici per una sceneggiatura che, per la prima volta, permetteva a due donne di compiere l’atto più stupido e insieme il più eroico: rinunciare alla propria vita per una questione di principio. Due donne lasciavano degli uomini a chiedersi dove avessero sbagliato. Gli uomini a piangere, le donne a morire, ma col sorriso della vittoria sulle labbra. Era il 1991 e potevamo permetterci di pensare che ormai la strada fosse in discesa. Ci sbagliavamo. Difficile capire da quale punto sia partita l’involuzione del ruolo sociale delle donne, ma oggi ci troviamo a fare i conti con un attacco a dir poco virulento. Basta fare un giro nei social network, meglio ancora nelle piazze, nei bar, nei centri commerciali e ascoltare le parole della gente. La dignità dell’essere donna è messa a durissima prova e la colpa, ancora una volta, viene imputata alle stesse donne. Perché sono Ruby, Nadia, Nicole a vendersi. E cosa dovrebbe fare chi invece ha “solo” i soldi per comprare? Come biasimarlo? Così mentre politica e mass media si scontrano sul confine tra vita privata e pubblica vergogna, l’opinione pubblica reale, quella che si informa con quel che passa la tv, punta il dito contro le donne. Ancora una volta portatrici del peccato originale di essere giovani e desiderabili, e quindi in vendita, oppure vecchie e brutte, e quindi ipocrite e partigiane. Mai persone. Eppure oggi vogliamo parlarvi di tre persone: Sara, Anna Maria e Lucia. Sara Martera, giovane e bella, ha sfidato un rotocalco a raccontare la storia di una che avrebbe pure voluto far la Velina ma poi ha dato retta alla Littizzetto e ha capito che “le tette non ingombrano” a fare un qualsiasi altro lavoro. Vanity Fair le ha dedicato due paginette, mentre sono molte di più quelle dedicate ad Anna Maria Greco, la collega del Giornale perquisita dopo un articolo di attacco a Ilda Boccassini. “Le forze dell'ordine avevano avuto mandato di compiere anche perquisizioni corporali. Hanno rovistato nella mia biancheria intima”, ha denunciato senza che questo scatenasse la difesa d’ufficio della libertà di stampa. Anna Maria ha equiparato il bacio che Ilda, nel 1983, diede a un giornalista di sinistra alle attuali vicende di Arcore. Ilda si difese, allora, invocando la privacy e la tesi del Giornale stiracchia il concetto su due pesi e due misure. Non condividiamo quanto Anna Maria mutua da atti di 30 anni fa. Ma merita la solidarietà della categoria che non sarebbe mancata a un uomo. Resta Lucia Annunziata che domenica scorsa non è andata in onda con la rubrica “In ½ ora” perché suo marito, Daniel Williams, arrestato in Egitto era appena stato liberato. E Lucia, una delle giornaliste più preparate e temibili della televisione italiana, ha mollato tutto per correre ad abbracciarlo. Roba da donne. Quelle vere.
Laura Costantini
(p.s. questo è il 52simo articolo della rubrica. Un anno è passato e alla Sesia va il mio grazie per questo spazio.)
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