martedì 12 aprile 2011

Oggi su "La Sesia": Stato civile, precario a vita

Durante lo scorso fine settimana sono accadute due cose solo apparentemente distanti tra loro. Centinaia di migliaia di giovani (definizione che ormai comprende senza forzature i quarantenni) sono scesi in piazza per rendere evidente l’anomalia di un paese che tiene il 30 % della propria forza-lavoro nel recinto della precarietà fine a se stessa. Antonio Capuano, di 35 anni, ha subito un grave incidente d’auto e mentre scriviamo si trova in prognosi riservata in un ospedale romano. Antonio, meglio noto come Karim per chi avesse la memoria televisiva lunga, non si sarebbe mai sognato di scendere in piazza insieme a quelle centinaia di migliaia di giovani. Eppure la sua è la parabola del precario nella forma più perniciosa. Quella televisiva. Perché Karim è un prototipo. Uno che ha avuto il tempo e il modo di scoprire sulla propria pelle che tutte le promesse erano bugie. A partire da quella che bastasse avere una bella faccia, vantare un’ascendenza esotica (padre pugliese ma mamma indiana) e frequentare una palestra per sfondare nel mondo dello spettacolo. Mentre scriviamo basta digitare Karim Capuano su google per ottenere migliaia di risultati, quasi tutti riferiti all’incidente che lo ha visto protagonista nella notte tra venerdì e sabato. Insieme a un amico fotografo, Karim correva oltre i limiti sull’Appia nei pressi di Roma, a bordo di una smart. Era ubriaco, ha perso il controllo. Era felice, pare, per la firma di un nuovo contratto televisivo che dopo un lungo periodo di oscuramento poteva ridargli visibilità. Riportarlo a galla. Si potrebbe obiettare che la precarietà è una novità degli ultimi decenni per quanto riguarda una generazione di diplomati e laureati in cerca di sbocchi, ma è sempre esistita nello show-business. E sarebbe una giusta obiezione, perché precari sono stati e continuano a essere tutti i grandi dello spettacolo. Ma a Karim, che debuttò come tronista alla corte di Maria De Filippi ed ebbe il suo momento di gloria nella prima edizione della “Talpa”, il più sfigato dei reality-show, gliel’hanno raccontata diversa. C’erano file di ragazzine quando faceva le serate in discoteca, c’erano programmi tv che lo chiamavano a dire la sua su argomenti che non conosceva, c’erano gli autografi, i poster allegati ai settimanali da coiffeur. C’erano. Oggi Karim Capuano è l’unico nome non corredato da biografia aggiornata su wikipedia. Ci sono i suoi compagni della “Talpa”, ci sono i suoi colleghi “tronisti”. Manca Antonio Capuano, in arte Karim, di età tra i 34 e i 36 anni a seconda dei siti, in prognosi riservata dopo un frontale con un autobus. Troppo alti tasso alcolico e velocità e la Rete, impietosa, riporta tutta una serie di denunce, pene sospese, multe. Riporta la parabola discendente di un giovane che non sarebbe mai andato a sfilare in piazza. Ma che ha imparato sulla propria pelle che non c’è niente di bello o avventuroso nel non sapere oggi quale e se sarà il domani.
Laura Costantini

4 commenti:

  1. Mi dispiace per l'incidente però non mi sta meno antipatico per questo.

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  2. quel genere di programmi sono un pozzo d'illusioni, in fondo a cui, spesso , c'è la disperazione .

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  3. Invece mi piace, e molto, l'orientamento del discorso sulla precarietà che nutre da sempre le illusioni di chi aspira ad entrare come "stabile" nello show business.
    E Karim sì, lo ricordo vagamente.
    Me ne ricordo perché ricordo di aver visto un gran bel ragazzo.
    Forse ciò che è più raro è proprio cercare di capire quali insidie si nascondano in questo mondo e come in realtà siano le stesse, solo molto più esasperate, che viviamo tutti.
    Come se la precarietà del lavoro fosse in qualche modo la rappresentazione della precarietà della vita stessa.
    Infondo, chi non sogna un'altra vita, un'altro amore, un'altra casa, un'altra auto, un'altra vacanza...
    Presi fra sogno e illusione, ci dimentichiamo che la vita è sempre ad interim.
    Così, alla fine, è stato gioco facile rendere perennemente ad interim anche il lavoro, cioè le fonti stesse della sopravvivenza...
    E Karim il bello, Karim il più sexy, Karim con tutte le porte aperte, le ha alla fine trovate tutte chiuse.
    E quando per un attimo sembrava che uno spiraglio filtrasse da sotto, la realtà di un autobus frontale lo ha violentemente riportato dietro una porta.
    Forse, se ne esce, si salva.
    Mi auguro che ne esca e si salvi.
    Perché merita una vita migliore di quella del precario.
    Come la meritiamo tutti.
    Papi's girls escluse.
    Loro sono per forza ad interim.
    Il tempo in queste cose non perdona.

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  4. Mi auguro che ne esca e si salvi.
    Perché merita una vita migliore di quella del precario.
    Come la meritiamo tutti.

    @Ross: ce la meritiamo, ma credo che non l'avremo a meno che non siamo disposti a lottare con le unghie e con i denti contro il mondo che ci hanno consegnato.

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