Sonia è programmista regista. Una qualifica che non vuol dire niente al di fuori della Rai e che, per la maggior parte, identifica un giornalista professionista chiamato a svolgere attività giornalistica in cambio di uno stipendio da addetto alle fotocopie. Ma non è questo il problema. Sonia va spesso in trasferta per realizzare interviste, servizi, reportage. Al rientro presenta una nota spese onde giustificare i costi sostenuti e riceverne eventuale rimborso. La documentazione richiesta è rigorosa, tutto deve essere fatturato direttamente alla Rai. Ma poiché è assodato che è difficile farsi fatturare un caffè al bar (e succede che perfino un programmista regista abbia bisogno di un caffè), l’azienda viene incontro all’inviato garantendo una copertura forfaittaria delle cosiddette spese non documentate. Una copertura corrispondente a sei euro e cinquanta centesimi e tenete a mente questa folle cifra. Ora succede che Sonia vada a intervistare i futuri concorrenti di un reality molto seguito. L’incontro con la stampa viene organizzato in grande spolvero in una suggestiva località di montagna e, come spesso avviene in questi casi, il costo dell’evento viene sostenuto dalla regione ospitante. Ma questo Sonia, che parte la mattina all’alba e rientra a notte inoltrata per non pesare troppo sui costi dell’azienda, non è tenuta a saperlo. E di fatto non lo sa. Arriva nella ridente cittadina montana, non si guarda neanche intorno e si butta a intervistare i vip prossimi alla partenza per una sperduta isola dei Caraibi. Sono una dozzina, non sono tutti disponibili nello stesso momento e quindi il tempo corre. Sonia deve adottare una tecnica di rapina per scippare il vip di turno alle molte troupes concorrenti e quindi non ha la possibilità di usufruire del ricco buffet a disposizione dei colleghi della carta stampata. Sonia non se ne fa un cruccio. È prassi consolidata quella di saltare i pasti quando si è in trasferta. E quando un programmista regista presenta una nota spese senza pasti, la copertura forfaittaria (quei 6,50 euro di cui sopra) scattano in automatico nel rimborso in busta paga. Passano i mesi e Sonia si dimentica di quella missione. Nel frattempo Vespa espone un plastico di Avetrana dal modico costo di 30mila euro. Nel cortile di Teulada durante le feste natalizie viene installato un presepe artistico il cui costo spazia nelle decine di migliaia di euro. Senza contare che si polemizza su 86mila euro che il direttore Minzolini utilizza per trasferte di lavoro in luoghi di vacanza. Sonia a tutto questo non pensa. Lavora a testa bassa finché riceve una lettera dal personale. Una convocazione. Si presenta con l’animo diviso tra timori e speranze (un richiamo? una promozione?). Il funzionario la squadra, estrae dal faldone quella nota spese, evidenzia quei 6 euro e 50 e le intima di dire la verità. Perché se il pranzo era a spese della regione ospitante, lei ha preteso la copertura dall’azienda? Sonia resta senza parole.
Laura Costantini
Se Sonia è senza parole (lei che vive in quell'ambiente e vede cosa accade), figurati io.
RispondiEliminaComunque, puoi dire al funzionario che se alla rai servono sei euro e cinquanta per tirare avanti ve li presto io :)
Allucinante... Mi unisco a Morena, così arriviamo a un prestito di 13 euro... E non voglio neppure gli interessi.
RispondiEliminaMilvia
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RispondiEliminaMi accodo ai commenti precedenti perché pure io sono senza parole. (però mi si è alzata la voglia di togliere la sicura alla pistola)
RispondiEliminaho risolto il problema: dii a Sonia di andare in trasferta con Minzolini!
RispondiEliminaPrincipessa, sei un genio :)
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