mercoledì 2 maggio 2012

Soggettiva di ZG: Hunter Games di Suzanne Collins

La mia fortuna è che ho una nipote 18enne, appassionata di lettura e con gusti molto simili ai miei (non so se questo sia un complimento, e per quale delle due, ma sorvoliamo). Così succede che un giorno mi mette in mano questo libro e con i modi spicci che la contraddistinguono mi dice: Zia, leggilo. Punto. E io obbedisco perché è già capitato che mi abbia consigliato qualcosa e non mi ha mai deluso (è vero anche il contrario, ma questo ve lo deve dire lei). E veniamo al libro. Quando una persona appassionata di lettura è anche una persona che scrive, accade che il suo modo di approcciare un libro sia duplice, direi quasi schizofrenico. Se poi quella persona lavora anche in televisione e l'autrice del libro da leggere è una famosa autrice televisiva, allora le chiavi di lettura sono almeno tre. Vi siete persi? No, dai, abbiate fede. Cominciamo dalla lettrice pura, quella che apre la prima pagina, legge le prime righe, sospende l'incredulità e si tuffa senza rete in un mondo post-apocalittico dove i reality son giunti alla loro versione ultima. Quella che Stephen King, da genio qual è, seppe precorrere quando un reality show non era ancora neanche nelle menti degli autori Endemol. Dodici distretti sconfitti dopo una sanguinosa repressione e costretti, tutti gli anni, a fornire 2 concorrenti ciascuno per gli Hunger Games, i giochi della fame. Ne resterà solo uno, come direbbe Highlander/Lambert, ma tutti gli altri non finiranno sulla copertina di rotocalchi a raccontare come hanno vissuto nella casa. Tutti gli altri moriranno. La cosa è crudele, ancor più se si pensa che sono tutti ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Panem (che sarebbe ciò che resta degli Stati Uniti) seguirà per settimane il loro destino. Li vedrà soffrire, morire, ma anche improvvisare strategie e cercare di guadagnarsi visibilità e quindi sponsor. E qui subentra, nella sottoscritta lettrice, la persona che lavora in televisione e che questi meccanismi li conosce bene. La Collins ci svela il dietro le quinte del Grande Fratello, dell'Isola dei Famosi. I consigli autorali, il lavoro dei look-makers, l'importanza di colpire il pubblico laddove vuole essere colpito. Protagonista assoluta, convincente e riuscitissima è Katniss. Ha 16 anni e ci racconta tutto in prima persona, in presa diretta, verrebbe da dire, con brevi flashback che non spezzano mai il ritmo. Il lavoro dei due traduttori non deve essere stato facile, ma non si percepiscono sforzi nel rendere l'animo ribelle di questa adolescente... Adolescente? E qui subentra la scrittrice che, mentre la lettrice arrivava a commuoversi per alcuni passaggi molto riusciti, sgamava subito il gioco della Collins. Che poi non è diverso dal gioco della Meyer. Perché Katniss è bellissima, anche se non lo sa, ed è amata da due ragazzi: Gale, che con lei condivide la fatica quotidiana di cacciare per non morire di fame, e Peeta, che con lei si trova a condividere gli Hunger Games.  La ama, ma potrebbe essere costretto a ucciderla. O forse ad esserne ucciso. Non vi svelo nulla, ma il gioco della bella con il cuore in altalena tra due possibili amori è la chiave giusta per invogliare il lettore a leggere gli altri due libri. Già, perché anche questa è una trilogia. E se anche alla scrittrice il giochetto dell'attesa, dei capitoli come puntate televisive bloccate sul più bello e del meccanismo narrativo appare visibilissimo, la lettrice c'è cascata con tutte le scarpe. Leggerò gli altri due e questo, secondo me, è indice di un romanzo che emoziona, resta dentro, si ricorda.


ZG

4 commenti:

  1. non vedo l'ora di perdermelo

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  2. La trama mi suona molto simile a quella di almeno un paio di film, anche se al momento non mi sovvengono i nomi (Rollerball, può essere?). In ogni caso l'idea (un reality show mortale, una società distopica che porta all'estremo l'intrattenimento) non mi pare originalissima. Il libro stesso è stato trasformato recentemente in un film o mi sbaglio?

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    1. Il film è attualmente nelle sale. Ma consentimi di dire che per me non è importante che l'idea di base di un libro sia originale, quanto piuttosto come la storia è narrata e le emozioni che sa trasmettere. Katniss Everdeen, la protagonista di questo romanzo, è una ragazza che resta nella mente, un personaggio vivo, reale, ricco di sfumature.

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