lunedì 19 gennaio 2015

Tutte le balle che i libri erotici raccontano sul sesso


Allora, oggi l'umore (e il tempo meteo) sono variabili e ho deciso di scrivere una roba che, poco ma sicuro, frutterà settordicimila "like".  

Perché? Perché voglio parlarvi di...  

(rullo di tamburi e squilli di trombe - gli strumenti a fiato, maiali!)
 

... S E S S O!!!

 
Siete già su di giri?

Ecco, scendete. Perché trattiamo di argomenti che la narrativa erotica (sì, narrativa, letteratura è un'altra roba) ha reso dogmi acquisiti toppando miseramente.

Ho realizzato un sondaggio tra le mie conoscenze femminili, portando a esempio qualcune pagine di romanzi a contenuto più o meno erotico.

Non sarà certificato dall'istituto nazionale di statistica, ma ha un suo perché. E cominciamo a sfatare miti che, da sempre, rovinano i rapporti tra i sessi.
Punto primo: le dimensioni NON contano.

Riporterò un estratto di saggezza femminile/popolare estrapolato durante un colloquio con anziana signora molisana. Pronti?

Non lungo che tocchi, non largo che tappi, ma duro che duri.

Non devo spiegarvela, vero? Eppure non esiste narrazione erotica che non magnifichi la portata in decine di centimetri del protagonista. La pulzella in questione strabuzza gli occhi di fronte a cotanto materiale, si offre al supremo sacrificio, soffre. Dai, chi di voi non ha letto roba: “mi fa male mentre spinge, ma…”

Ecco, in quel ma-puntini è racchiuso tutta un’intera galassia di immaginari maschili legati al fatto che a) un po’ male deve fare, altrimenti hai sbagliato qualcosa; b) lei soffrirà un attimo; c) ma sarà proprio quella sofferenza a portarla a un subitaneo, devastante orgasmo che un normodotato mai e poi mai potrà ottenere.

La volete la verità? NON.È.VERO.

La sofferenza in quel contesto lì, a meno di non essere Anastasia (sì, la protagonista delle 50 scempiaggini sul sesso) e le sue accolite, è deleteria e decisamente controproducente.

Punto secondo: i capezzoli eretti NON sono il segnale per scatenare l’inferno.

In ogni narrazione erotica che si rispetti, lei guarda lui e si bagna (ma questo lui non può percepirlo) mentre le si inturgidiscono i capezzoli al punto da perforare l’armatura del push-up.

Ora, premesso che qualsiasi push-up, anche il più infimo terrebbe a bada senza difficoltà perfino i razzi di Venusia (ve la ricordate Venusia? Quando vedeva il nemico le partivano le tette a razzo… A pensarci bene il messaggio nascosto doveva essere che i biechi invasori di Vega l’arrapavano un sacco, forse), la volete la verità? I capezzoli sono due esserini sensibili e basta poco per erigerli (un po’ come le appendici maschili, a pensarci bene), ma sono più eclettici delle suddette appendici. Quindi possono drizzarsi per il freddo. Possono drizzarsi per la paura. Possono drizzarsi perché il tessuto del reggiseno è irritante. Possono drizzarsi se vengono toccati e, occhio, NON vuol dire che abbiano apprezzato il contatto. E’ una reazione involontaria. Poi, sì, possono rizzarsi per l’eccitazione. Ma fossi in voi, prima di scatenare l’inferno, mi accerterei che non si siano verificate tutte le altre ipotesi, soprattutto quella del contatto non richiesto.

Punto terzo: il sesso orale NON è il primo pensiero delle donne, ma il vostro.

Qui tocchiamo un tasto particolarmente sensibile dell’immaginario erotico maschile. Mangiare una banana, leccare un gelato, bere da una bottiglia sono attività innocenti e incolpevoli che nessuna donna (dalla più tenera età a X anni) può permettersi di svolgere in pubblico senza essere crivellata di sguardi lubrici maschili. Perché banane, carote, cannoli, coni gelato, sedani, bottiglie e tutto ciò che abbia una forma vagamente falloide nei pressi di una bocca femminile è, ipso facto, sesso orale sotteso, proposto, promesso. La narrativa erotica non aiuta, visto che le protagoniste sono inverecondamente golose di quello strumento lì. Lo vogliono, lo desiderano, se lo coccolano fino a sfinire il povero protagonista. Ora, premesso che del buon sesso orale può essere divertente, basterebbe soffermarsi su un considerazione scientifica: ragazzi, il celeberrimo “Gola profonda” mentiva. Le donne NON hanno il punto G in gola. Quindi sì, possono trovare piacevole il sesso orale. Ma sostanzialmente vi stanno facendo un favore e trovano più gratificante praticare sesso con organi dove il soddisfacimento è reciproco.