mercoledì 31 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo DELL'OLIO, DI DOMENICO

A lui abbiamo affidato un compito difficile. Gli abbiamo chiesto di trattare un tema che si stava a cuore, specifico. Perche' sapevamo che lui poteva farlo. Lui e' Francesco Di Domenico, per gli amici Dido'. Difficilissimo definirlo. Un pulcinella che offre la risata per nascondere la malinconia, uno scrittore capace di elevarsi altissimo sulle brutture del mondo, ma che sente il dovere di sbattercele in faccia quelle brutture. E di farci ridere di loro, di noi, del mondo intero.

E’ nato a Giugliano in Campania nel ’54.
Sue collaborazioni con “Il Mattino” di Napoli
negli anni ’80, negli anni 2000 con “Il Roma” di Napoli
e su svariate riviste come corsivista satirico.
Suoi racconti sono presenti in una decina di antologie.
Nel 2008 ha pubblicato “Storie brillanti di eroi scadenti”
Cento Autori Editore.
Nel 2011 ha pubblicato “Notte in Arabia”, biografia romanzata del pilota
Gianmarco Bellini. Il romanzo è stato inserito nelle celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e presentato al Senato il 15 marzo.

martedì 30 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo DE GIOVANNI, DELL'OLIO

Lui e' giovanissimo e fuori dagli schemi. E' riuscito a raccontare un evento, accaduto il 9 luglio 2006, in un modo totalmente inaspettato e questo era esattamente quello che volevamo da lui. Si chiama Francesco Dell'Olio, ha fondato una nuova casa editrice, SENSOINVERSO, e... insomma, segnatevi questo nome, perche' ne sentirete parlare.

Vive a Ravenna, dove è nato e lavora a Lugo nel campo dell’informatica.
È  laureato in giurisprudenza e adora leggere Carlo Manzoni, Maurizio Salabelle e Gianluca Morozzi.
Ha pubblicato: L’ombra sul cuore (Prospettiva Editrice, 2001), Candidi fiori macchiati d’inchiostro (Il Filo Giallo Edizioni Private - Collettivo Indipendente, 2003), Un angelo seduto tra i rifiuti e altre piccole storie quotidiane (Il Foglio, 2006), Vedi a volte la vita! (in UBV, "Le sette vite di Dalila e Achille", Il Foglio, 2008), E mi capita di udire (in "L’eroina è merda che sa di vaniglia", Cicorivolta Edizioni, 2008), Vivere adagio (Historica, 2009).

Oggi su "La Sesia": l'ombra del social rocker

Un fantasma si aggira tra giornali e notiziari tv. E non è la diafana bimba dispettosa che scorrazza nei corridoi di un museo napoletano. L’ombra che non teme sovraesposizione è quella di Vasco Rossi, classe 1952. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, sul palco di Sanremo, dichiarava di volere una vita spericolata. Come Steve McQueen. Era il 1983 e Steve McQueen era già morto da tre anni, appena cinquantenne. Al Vasco di allora doveva sembrare una bella età, se è vero che suo padre e suo nonno non sono arrivati ai sessanta. Ma gli anni passano. E quelli di Vasco Rossi non devono essere stati facili se in questa torrida estate già densa di notizie, ha deciso di ritagliarsi il proprio spazio quotidiano esercitando lo sport preferito dalla classe politica nazionale: esternare e poi rettificare, condendo il tutto con salsa di giornalisti in mala fede. Tutti, escluso Vincenzo Mollica, il profeta accreditato. Affine per età anagrafica, decadimento fisico e calvizie alla maggior parte della nostra classe dirigente, Vasco Rossi ha iniziato col dichiarare l’intenzione di dimettersi da rockstar (26 giugno). Qualcuno dei suoi modelli di riferimento a Roma deve avergli fatto presente che dimettersi è parola da eliminare dal vocabolario. Intanto però i titoli erano tutti per lui e su Facebook decine di migliaia di fan si strappavano i capelli. Allora Vasco ritratta: rockstar no, ma autore e social rocker sì, continuerà ad esserlo. Sottotitolo: è stato frainteso dai giornalisti. Tutti tranquilli, quindi, tranne lui. Che esterna di nuovo e dichiara al mondo che è depresso e vivo solo grazie agli psicofarmaci che assume da anni (6 agosto). Per i fan, già messi a durissima prova dal primo, misterioso ricovero (21 luglio) è il panico, alimentato da titoli cubitali e servizi ansiogeni in tutti i tg nazionali: ha una costola rotta? ha un’infezione al polmone? Mistero. Il Vasco, ormai attaccato 24 ore al giorno al proprio profilo FB, se la ride soddisfatto e lancia la moda dei clippini, piccoli e surreali filmati di comunicazione con il proprio pubblico in ansia. Scopriamo così che non è depresso (lo era 10 anni fa), non è malato (si trattava di controlli), non si dimette. Anzi rilancia con estemporanei insulti a Luciano Ligabue, colpevole a ben guardare di essere più giovane di 8 anni. Che non sono pochi in vista della menopausa artistica. Supportato dal quotidiano bollettino di Mollica, Vasco Rossi strappa più titoli della manovra e dell’uragano Irene messi insieme. Il secondo ricovero (21 agosto) gli fa annullare un concerto, gli impone uno stop di due mesi, lo lascia libero di infestare Facebook e fa da traino al nuovo singolo: “I soliti”. I soliti italiani, verrebbe da dire. Perché ognuno ha le rockstar che si merita. Così, mentre il mondo anglosassone si gode la creatività e le performance di vecchietti come Sting (1951) o Mick Jagger (1943), a noi tocca uno che canta: io sono ancora qua, e già. E sembra proprio una minaccia.

Laura Costantini

domenica 28 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo COSTANTINI & FALCONE, DE GIOVANNI

Ci sono poche certezze nella vita. Una di queste è Maurizio De Giovanni. E' una certezza perché quando lo chiami, c'è. E' una certezza perché quando scrive non ti delude mai. E' una certezza perché gli vogliamo, e ci vuole, un bene dell'anima. E poi è una delle penne migliori attualmente in circolazione e siamo oltremodo fiere di averlo nell'antologia. Che altro? Lui ha scelto una data importante, 30 gennaio 2002, e un evento sul quale sono stati versati fiumi, spesso inutili, d'inchiostro riuscendo a darne una lettura assolutamente originale. Curiosi? Eh, non vi resta che aspettare l'uscita delle Cronache e correre ad acquistarlo :)

Nato nel 1958 a Napoli, dove vive, lavora e scrive come un forsennato. Per chi non lo conoscesse, lui è il padre del commissario Ricciardi, protagonista della quadrilogia uscita con Fandango tra il 2007 e il 2010. I suoi romanzi sono stati tradotti in Germania, Francia e Spagna. Il quarto episodio, intitolato Il giorno dei morti (Fandango Libri, 2010) ha vinto il premio Corpi Freddi Award 2010 per il miglior romanzo, e Maurizio de Giovanni ha vinto come miglior autore italiano. Nel 2011 il libro e' fra i tre finalisti del Premio Camaiore di letteratura gialla. A ottobre, per Einaudi, uscirà “Per mano mia”, una nuova avventura del commissario Ricciardi.

Lauraetlory sono, anche, queste


Ci voleva Angie Cafiero. Ci volevano le sue interviste gastronomiche per far tornare alla ribalta la metà oscura del duo: Loredana Falcone. Eccola qui, in un piccolo assaggio dell'intervista ad alto contenuto calorico che Angie ha saputo estorcerle:

Angie: – Sei mai stata a dieta?
Loredana: – Un infinità di volte. Ma la diete mi deprimono e col passare degli anni ho imparato ad accettarmi come sono: morbida.
Angie: – Meglio carne o pesce?
Loredana: – Carne, non amo molto le spine.
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Loredana: – Un tiramisù. L’amaro è solo in superficie e serve ad esaltare il dolce.
Angie: – Vino?
Loredana: – Mi piacciono i vini bianchi secchi, preferibilmente del Veneto o del Friuli ma ho un debole per il Morellino di Scansano che bevo freddo  contro ogni indicazione. (continua a leggere QUI).

Se poi voleste mettere a confronto le risposte con quelle della parte sempre visibile del duo, ovvero io...

Angie: – Sei mai stata a dieta?
Laura: – Quale donne non lo è stata? A rigor di termini io a dieta lo sono sempre. Controllo lo zucchero nel caffè, evito di far colazione con brioche o croissant, evito i cibi troppo conditi, soprattutto quando sono a lavoro. Ma se la sera si esce a cena, allora mi concedo tutto, dall’antipasto al dolce. Soprattutto il dolce.
Angie: – Meglio carne o pesce?
Laura: – Non sono una carnivora. A una fiorentina preferisco, senza alcun dubbio, una ricca frittura di pesce.
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Laura: – Un tiramisù, di quelli che ti fanno credere nell’esistenza del paradiso dei golosi.
Angie: – Vino?
Laura: – Non sono un’esperta e neanche una grande consumatrice di alcolici. Un buon prosecco, però, lo gradisco. Anche per pasteggiare. (continua a leggere QUI)

venerdì 26 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo CONTARDI, COSTANTINI & FALCONE

Dice: "ma che ti autopresenti?" Sì, perché nell'antologia ci siamo anche noi, Lauraetlory, le due scrittrici nella Rete. Da brave padroncine di casa abbiamo lasciato che fossero prima tutti gli altri autori a scegliersi la data più congeniale. Poi, quando tutti si erano prodotti, ci siamo guardate in faccia con l'espressione da "e mò?". Non è durata a lungo. La magia che si crea ogni volta che ci troviamo insieme davanti a una tastiera si è manifestata come sempre. L'idea l'ha avuta Lory, il resto si è dipanato secondo il modus operandi di sempre: due capocce, un computer, quattro mani, una sigaretta e due caffé robusti.
La data prescelta?
25 gennaio 2011 e vediamo se qualcuno capisce il riferimento. Aggiungo che oggi è arrivata la splendida prefazione di Marino Sinibaldi, che ringraziamo. E un grazie particolare anche alla carissima Milvia Comastri che ha reso possibile la scelta di un prefatore tanto prestigioso.


Siamo nate a Roma quando il mondo tirava un sospiro di sollievo dopo la fifa blu per la crisi dei missili a Cuba, ignaro che stava per assistere alla fine di due grandi uomini: J.F. Kennedy e papa Giovanni XXIII. Siamo cresciute tra sbarchi sulla Luna, contestazioni studentesche e anni di piombo. Sarà per questo che amiamo tanto la storia? Abbiamo cominciato a scrivere sui banchi di scuola, facendo credere ai prof che stavamo prendendo appunti. Ci siamo laureate insieme. Ci siamo supportate a vicenda nei passi fondamentali della vita, ma soprattutto è insieme che portiamo avanti la nostra passione: scrivere, scrivere, scrivere. Il nostro ultimo romanzo è uscito con Historica e si intitola “Fiume pagano”

giovedì 25 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo CIRIACHI, CONTARDI

Quello con Fabrizio Contardi è uno degli incontri fortunati che hanno accompagnato il lavoro intorno alle "Cronache". Non lo conoscevo. Dall'elenco iniziale che avevamo stilato per gli inviti alla partecipazione c'erano state moltissime defezioni di nomi ai quali tenevamo: chi stava lavorando al nuovo romanzo, chi aspettava un bambino e voleva concentrarsi, chi non voleva inflazionarsi con troppe apparizioni. L'elenco dei partecipanti, fatti salvi dei nomi sui quali sapevamo di poter contare senza se e senza ma, era in continua evoluzione. E' stato a questo punto che uno degli autori già in squadra (Pierpaolo Turitto e ve ne parlerò quando sarà il suo turno) mi dice di aver letto un racconto di un suo amico e di averlo trovato assolutamente in linea con lo spirito dell'antologia. Me lo spedisce. Lo leggo. Mi trovo pienamente d'accordo con lui ed eccolo qui.
Fabrizio Contardi, di professione esperto di marketing e per passione scrittore. Lui ha scelto la data 23 gennaio 2004 e posso aggiungere che per raccontarci quel giorno ha saputo elevare lo sguardo ben oltre i nostri umani limiti


Fabrizio Contardi nasce a Roma nel 1971. Da più di quattordici anni si occupa di marketing e comunicazione in grandi aziende.
Scrive articoli su riviste di settore. Ha frequentato la scuola di scrittura creativa Omero e scrive racconti di fantasienza e fantareale.

martedì 23 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo CIAMPI, CIRIACHI

Il signore che arriva adesso, al secolo FABIO CIRIACHI, è un signore e un poeta nel vero senso del termine. Il suo sguardo, molto attento alla storia di questo e del passato secolo, si è appuntato sulla data 10 aprile 2006. In attesa che possiate leggere il suo racconto/testimonianza, potreste cominciare ad apprezzare la sua scrittura con il suo ultimo romanzo: "L'eroe del giorno" (Gaffi 2010). Vale la pena, fidatevi.

Ha pubblicato poesie e racconti su varie riviste e antologie. Con la silloge Dissidenze, in 7 poeti del premio Montale (All'insegna del pesce d'oro, 1991), è tra i vincitori del “Premio Montale 1990” sezione inediti. Ha pubblicato le raccolte poetiche: L'arte di chiamare con un filo di voce (Empiria, 1999), Il giardino urbano (Empiria, 2003), Pastorizia (Empiria, 2011). È autore di racconti: Solo per somiglianza, in La mia città senza grazia, antologia del premio di narrativa “Anna Maria Ortese 2004” (Empiria, 2005); Un poeta all'inferno, in Renault 4 – Scrittori a Roma prima della morte di Moro (Avagliano, 2007); la raccolta Azzurro-cielo e verde-pistacchio (Edimond, 2008). È autore di due romanzi: Soprassotto (Palomar, 2008); L'eroe del giorno (Gaffi, 2010). Ha tradotto dal francese l'opera di David Mus Qu'alors on ne se souviendra plus de la Mer Rouge (Ragage-Empiria, 2005). Ha recensito libri per la Repubblica, il Manifesto, l'Unità.

lunedì 22 agosto 2011

SOPDET di Lara Manni


"Davvero, come fai a immaginare queste cose?"
La domanda non è mia, è una citazione dallo splendido secondo romanzo di LARA MANNI.
Ho amato moltissimo ESBAT, esordio dell'autrice, ma qui siamo andati avanti, qui siamo cresciuti. Giusto giorni fa si disquisiva sul valore della struttura di un romanzo, domandandosi se sia più importante il colpo di genio o la capacità di mantenere a lungo un livello alto. Domanda oziosa davanti a SOPDET. La struttura è complessa. I piani temporali abbracciano la storia del passato secolo dalla prima guerra mondiale agli anni di piombo. E approdano all'oggi seguendo le vicende di Ivy e di tutte le donne, dalla bisnonna in poi, che hanno fatto di lei quello che è: una giovane donna con il potere di influire sui mondi. Non sul suo, ma su quello bello e terribile dove vivono demoni come Hyoutsuki e creature ibride come Yobai. Passato e presente si mescolano mentre Hyoutsuki e Yobai combattono una partita sotto lo sguardo divertito di Axieros, la Dea, e quello gelido e lontano di Sopdet, Sirio, la stella del Cane. La posta in gioco è la vita. Quella di Ivy, quella di Hyoutsuki, quella di Yobai. Lara Manni ottiene un miracolo di equilibrio nel mescolare la storia delle guerre e dei soldati d'Italia con l'eterno conflitto in salsa manga tra il Bene e il Male. Solo che il Bene indossa lo sguardo d'oro di un  demone crudele e schifato dal genere umano e il Male si nutre della sofferenza tutta umana di un ibrido che aspira a diventare potente come un dio. Originale, forte, commovente, romantico, crudele, documentatissimo. Vorrei che nessun lettore, mai, si lasciasse scoraggiare dal trovare protagonisti demoni giapponesi e dei di una mitologia perduta, perché SOPDET è di più. E' un inno alla fragilità umana, alla forza dei sentimenti, all'amore di una madre, alla forza delle donne. E all'eroismo di una ragazzina di sedici anni che avrà il coraggio di scrivere la parola più difficile, la più importante, la più densa di umana pietà. Rinunciando a una parte di se stessa. Per diventare adulta.

domenica 21 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo CENCIARELLI, CIAMPI

E torniamo alla sequenza dei racconti. Quello di VINCENZO CIAMPI si colloca al 14 febbraio 2004, ma non ha niente a che vedere con innamorati e cuoricini. Chissà se qualcuno indovina a cosa è riferito? Intanto vi segnalo, se già non ne siete a conoscenza, l'ultimo romanzo del prof, edito da Historica: "La ragazza di Cartagine". Un romanzo storico, basato su una vicenda realmente accaduta, da non perdere.

Vincenzo Ciampi è nato a Napoli nel 1955. Vive da sempre a Roma.
Ha esordito in campo letterario con “Mio cugino il fascista”, Ed. Robin-BdV 2005, con il quale nel 2006 è risultato vincitore al Festival del Primo Romanzo. Per gli stessi tipi ha pubblicato, nel 2008, “Nulla se non il corpo”, romanzo, e “Le congiure parallele”, ricostruzione delle Idi di marzo.
Nel 2011 ha pubblicato con Historica Edizioni “La ragazza di Cartagine”, il suo terzo romanzo.
Da due anni tiene a Roma il suo laboratorio di Scrittura.

venerdì 19 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo CASCIO, CENCIARELLI

Lei, GAJA CENCIARELLI, è un caso particolare. E andiamo per ordine. Intanto, sebbene in ordine alfabetico si ponga al settimo posto, in realtà le spetta l'onere (e l'onore) di chiudere l'antologia. Perché Gaja ha fortemente voluto esserci, ma il lavoro di creazione dei racconti per le nostre "Cronache" concomitava con il suo impegno al fianco della editor di Nottetempo per l'uscita del romanzo Sangue del suo sangue (libro che DOVETE leggere, detto tra noi). Quindi, visto che lei non è tipo da buttar lì due righe tanto per, ha rinunciato a scrivere un racconto e si è ritagliata un ruolo da "fiancheggiatrice ufficiale". Non vi dico altro, se non che il suo apporto si colloca, a voler scegliere una data, esattamente all'11 settembre 2011.

Nasce a Roma nel 1968. Scrittrice e traduttrice dall’inglese, caporedattrice di Vibrisselibri, ha pubblicato, oltre a racconti in antologie e riviste, “Il cerchio” (2003) ed “Extra Omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi” (2006). A maggio di quest’anno è uscito il suo romanzo “Sangue del suo sangue” (Nottetempo)

mercoledì 17 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo BONFANTI, CASCIO

C'è chi mi fa notare che, di questo passo, più di 30 autori entro il fatidico 11 settembre non ci stanno. Rispondo affermando che in questo periodo anche i blog hanno diritto a tirare un po' il fiato. Ma eccoci con il nuovo autore, l'unico ad aver scritto il proprio racconto interamente al cellulare durante le ore di lavoro in fabbrica. Il che ha del miracoloso per due motivi:
1) avete mai provato a scrivere qualcosa di più lungo di un sms sulla tastiera touchscreen di uno smartphone?
2) a quanto ne so non è stato licenziato in tronco, eppure vi ha assicuro che ha scritto. Molto.
Sì, direte, ma di chi stiamo parlando?
Di ALESSANDRO CASCIO, naturalmente.
Lui ha scelto la data 25 giugno 2009


Alessandro Cascio ha 34 anni ed è cresciuto a Partinico, nel triangolo mafioso, uno dei posti peggiori al mondo in quanto a criminalità organizzata, l'unico posto in Italia con una mafia cittadina così forte che nessun'altra mafia è mai riuscita ad entrarci. Partinico è oggetto di studi da parte di alcuni psichiatri del nord in quanto è una delle città italiane col più alto tasso di tossici, alcolisti e malati di mente. Vive da anni tra la Sicilia, Londra e New York. Ecco spiegato perchè Alessandro Cascio scrive come scrive. Ha pubblicato con Historica i romanzi Touch and splat e Noi sotto il sole di Santiago.

venerdì 12 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo BERSELLI, BONFANTI

Ed eccoci al quinto autore dell'antologia: DANIELE BONFANTI. Lui l'ho conosciuto grazie al romanzo "Melodia" (XII Edizioni) che vi consiglio caldamente perché lo ritengo una delle cose più originali lette negli ultimi anni sul versante horror-fantasy. Dopo aver sfogliato quelle pagine, non penserete più agli angeli nello stesso modo. Dicevo, l'ho conosciuto, ho voluto intervistarlo e sono stata molto felice quando ha accettato (è stato uno dei più entusiasti e rapidi nell'adesione) di partecipare a questa piccola avventura. Non vi dirò nulla sul contenuto del suo racconto, a parte che da lui mi aspettavo esattamente ciò che poi è arrivato. La data da lui scelta è il 26 dicembre 2004

Canoista, musicista e alpinista, è autore di romanzi e racconti tra horror, weird, azione e fantascienza; ha pubblicato il romanzo Melodia e curato raccolte tra cui ArchetipiCarnevale e le attese Arkana e Discronia; studioso di semiotica interpretativa, lavora come editor-in-chief e dirige la collana Camera Oscura per Edizioni XII – per la quale ha curato direttamente l’editing di 19 libri e supervisionato tutti gli altri –, e collabora come editor freelance con diversi autori. Dal 2011 è Associate Member della Horror Writers Association. Caporedattore de LaTelaNera.com, ha tenuto per un biennio due rubriche fisse legate ai misteri antichi sulla rivista Hera, per la quale ha anche pubblicato tre saggi; collabora sul Web, come articolista o responsabile di rubriche, con vari portali e eMagazine. Il suo nuovo romanzo, dal titolo Quintessenza e scritto con David Riva, è in uscita per Gargoyle nel 2012.

martedì 9 agosto 2011

Oggi su "La Sesia": una risata vi seppellirà


Lo slogan è vecchio e in disarmo. Ma è la prima cosa che viene in mente davanti alla notizia che ha avuto ben poca eco in questi giorni di crisi economiche globali e agenzie di rating che svolazzano come vampiri sulla carcassa della nostra solvibilità. In un parco pubblico di Teheran, a fine luglio, ha avuto luogo una manifestazione non autorizzata. I partecipanti, uomini e donne armati fino ai denti, l’hanno organizzata passandosi parola attraverso Facebook e Twitter, social network banditi dalla Repubblica Islamica. Ma controllare la Rete, i fatti lo dimostrano, equivale a controllare i pensieri e i sogni. Per quanto ci si provi, è impossibile. Giunti quindi a centinaia nel luogo deciso per il flash mob, uomini barbuti e donne velate hanno cominciato a spararsi addosso con una ferocia giustificata dalla calura estiva e dal tipo di armi impugnate: pistole e fucili ad acqua. Coloratissimi. Le immagini che girano in Rete sono un inno alla gioia. Capelli fradici, bocche spalancate, risate, sorrisi, occhi accesi. Capelli che sfuggono al controllo del chador, trucco che cola. Divertimento allo stato puro. Niente slogan politici. Eppure molti di quegli uomini e di quelle donne sono stati arrestati dalla polizia per punire comportamenti che la morale islamica giudica “anormali” e “immorali”. I colpevoli sono stati costretti a confessare il proprio crimine sugli schermi della tv di stato e ad ammettere che si trattava di un “evento molto più intimo di quanto avrebbe dovuto essere”. Intimo. Sono 32 anni che le autorità iraniane tentato di disciplinare, se non impedire, i rapporti tra giovani uomini e donne, di controllare abbigliamento, taglio di capelli, aspirazioni e voglia di libertà in nome della morale islamica. Una battaglia persa se il lancio di gavettoni nel parco viene dopo il raduno di quelli vestiti strani, di quelli con i capelli ricci, di quelli che fanno le bolle di sapone o si incontrano per far volare gli aquiloni. Non è il “Movimento Verde” del 2009, quello che si spense nel sangue di Neda Agha-Soldani, ma è la testimonianza che un regime, quello di Ahmadinejad come qualunque altro, non parla a nome di tutti. E che il concetto di popolo non rende giustizia, in quel suo essere singolare, alla pluralità delle voci. In un mondo dove un uomo come Anders Breivik pretende di indicare a colpi di fucile la strada verso l’alienazione razzista e xenofoba all’intera Europa, è bello scoprire che ci sono ragazzi e ragazze che credono ancora nel diritto di sorridere alla vita. E non dimentichiamo che lo fanno in un paese dove lanciarsi gavettoni, abbracciarsi in pubblico, scambiare un bacio o sorridersi può costare il carcere. Facebook e Twitter annunciano che ci saranno altre guerriglie d’acqua in terra iraniana. Giovani sfideranno polizia e processi armati della volontà di mostrare al mondo che quel vecchio slogan ha ancora un valore. E che una risata può davvero seppellire la deriva reazionaria che ci minaccia tutti.
Laura Costantini

lunedì 8 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo BASSINI, BERSELLI

Innanzitutto mi complimento con il nostro blog che in pochi mesi di vita (vita difficile, vista la concorrenza sleale dei social network) ha superato le 10mila visite. I commenti latitano, ma non si può aver tutto dalla vita. Poi, passiamo al tema del giorno, ovvero il quarto (in ordine strettamente alfabetico) autore dell'antologia. Rullo di tamburi: ALESSANDRO BERSELLI.
Vi basterà un giretto nel suo sito per capire che lui e il noir hanno avuto la stessa balia. Se poi, come vi consiglio, leggerete i suoi libri, comincerete ad avere seri dubbi su voi stessi e sul prossimo. Perché la poetica berselliana punta dritta al nocciolo della questione: nell'intimo di ognuno di noi c'è un serial killer pronto a saltar fuori come il pupazzo dalle scatole a molla. E mentre vi fermate a meditare su questo scomodo concetto, vi segnalo che il Berselli ha scelto la data 1 agosto 2003. E prima di spedirmi il suo racconto mi ha mandato un pvt su Facebook chiedendomi:
Sono libero?
Posso andar giù pesante?
C'è una qualche forma di censura?
Ho risposto, nell'ordine, sì - devi - giammai.


Alessandro Berselli (Bologna, 12 dicembre 1965) Inizia la sua attività come umorista; le sue Lettere al condominio catturano l'attenzione di Maurizio Costanzo che, nel 1992, lo invita al Maurizio Costanzo Show. Tra le varie collaborazioni in questo ambito ricordiamo le riviste Comix e L’Apodittico, e il sito di satira online Giuda. Dal 2003 inizia un’attività parallela di scrittore noir. I suoi racconti denotano un evidente debito tanto nei confronti della scrittura pulp quanto di un certo tipo di letteratura psicologica, dove all’indagine si preferisce l’analisi dei processi mentali, del senso della sconfitta, dell’insoddisfazione del vivere quotidiano. 
Nella sua bibliografia troviamo parecchi racconti e i libri STORIE D’AMORE, DI MORTE E DI FOLLIA (ARPANet, 2005), IO NON SONO COME VOI (Pendragon, 2007), CATTIVO (Perdisa Pop-Babele Suite 2009) e l’ultimo uscito NON FARE LA COSA GIUSTA (Perdisa Pop - I Corsari, 2010). Per il quotidiano La Repubblica ha scritto COMMANDO SETTE (2007), inserito nella rassegna Bologna 2040 e, per il Resto del Carlino, è uscito DROWNED nell’estate 2008.

venerdì 5 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo AVANZATO, BASSINI

Si continua con la presentazione dei 32 autori dell'antologia "Cronache di inizio millennio 2001/2011", anche se molti di loro di presentazione non necessitano affatto. E' il caso di Remo Bassini che, oltre ad essere uno scrittore tra i migliori attualmente in circolazione, e' anche un amico e un giornalista di quelli che ci mettono il cuore. Il suo racconto e' di pura fantasia e in quanto tale, strettamente attinente alla realta'. Al punto che, sebbene lui non abbia dato indicazioni temporali, la vicenda narrata e' analoga a una realmente accaduta il 16 marzo 2010. Non svelo altro, ovviamente, a parte che dei sentimenti, e dei social network, mai fidarsi.



Remo Bassini, nato a Cortona nel settembre del 1956, vive e lavora a Vercelli. Ha scritto: Il quaderno delle voci rubate (La Sesia, 2002), Dicono di Clelia (Mursia 2005), Lo scommettitore (Fernandel 2005), La donna che parlava con i morti (Newton Compton 2007), Tamarri (Historica, 2008), Bastardo posto (Perdisa Pop, 2010), Il monastero della risaia (SenzaPatria, 2011), Vicolo del precipizio (Perdisa Pop, 2011).

p.s. E, detto tra noi, ve li consiglio tutti i suoi libri :)

mercoledì 3 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: dopo ARONA, AVANZATO

Confesso che lei, Maria Silvia Avanzato, non la conoscevo. A suggerirmela per l'antologia e' stato il nostro comune amico (e agente letterario) Enzo Bodycold Carcello. Bastava, come garanzia. Ma quando poi ho letto il suo racconto... ragazzi, Maria Silvia e' una che SA scrivere. Non vi diro' altro. Dovrete aspettare l'uscita delle "Cronache di inizio millennio" per leggere la sua interpretazione di un gelido e nevoso giorno di sei anni fa. Era il 10 gennaio 2005 e qualcosa stava per cambiare nella vita di tutti noi. Soprattutto in quella di Maria Silvia, pero'...


Maria Silvia Avanzato è nata a Bologna nel 1985 e ha iniziato a scrivere cinque anni dopo. Ha pubblicato il giallo per ragazzi Ratafià per l’assassino (Forme Libere, 2010) e il chick lit Granturco su Foglia di The (ARPANet, 2010). Nel 2011 ha vinto il premio Eroxé col noir a tinte fosche CipriaVaniglia (Damster) e pubblicato il romanzo di formazione L’età dei lupi (Voras). Finalista Mystfest 2010, vincitrice di numerosi concorsi, compare con una ventina di racconti in svariate antologie. Co-redattrice del sito di satira letteraria Gumwriters, è facile trovarla online con articoli, racconti e cattiverie. Cova ambiziosi progetti e scrive di continuo, anche se i suoi la volevano medico.

martedì 2 agosto 2011

Oggi su "La Sesia": Se la crudeltà corre in Rete

La cronaca non ci è mai stata tanto vicina come in quest’epoca di comunicazione globale. Se un tempo i fatti arrivavano filtrati dagli addetti ai lavori, oggi possiamo viverli in costante diretta web. E possiamo commentarli. Diritto inalienabile quello di farsi un’opinione ed esprimerla. Diritto costituzionale. Ma basta fare un giro tra social network, blog e pagine di quotidiani online per rendersi conto che, ancora una volta, “pietà l’è morta”. Gli esempi sarebbero moltissimi. C’è chi ha inneggiato al diritto del caporalmaggiore Salvatore Parolisi di assassinare una moglie petulante che non tollerava il suo intrattenersi con tutte le reclute disponibili. C’è chi, dall’alto della professione giornalistica, si è chiesto perché i ragazzi del raduno laburista di Utoya si siano lasciati massacrare da Anders Breivik invece di affrontarlo tutti insieme. Facendo il paio con chi solleva lo stesso quesito riguardo alle vittime della Shoah, ree di non essersi ribellate alla deportazione nazista. E c’è chi, davanti alla morte di una giovane donna di 27 anni, vittima della propria fragilità e di una letale mistura di alcool e droga, ha decretato “se l’è cercata”. Amy Winehouse è morta lo scorso 23 luglio. Una morte tanto annunciata che i bookmaker inglesi, abituati ad accettare scommesse su tutto, non erano disposti a rischiare nulla sulle probabilità di dipartita della cantante. Aveva una grandissima voce, Amy. Ma tutto il resto era piccolo. Piccolo, ridotto all’anoressia, il corpo. E piccola, piccolissima, la capacità di gestire un successo planetario che, come spesso accade, non l’aveva resa felice. Anzi. Ne aveva minato il già precario equilibrio. È vero, è difficile provare pietà per una persona che fin nei testi delle proprie celeberrime canzoni, dichiarava la propria volontà di non redimersi, di non riabilitarsi, di autodistruggersi. Ma mentre scriviamo è uscita una notizia che ha scatenato ancor più le ire dei benpensanti della Rete. Amy Winehouse avrebbe voluto adottare una bambina. Si chiama Dannika Augustine, ha 10 anni. Amy l’aveva conosciuta durante una vacanza sull’isola caraibica di Santa Lucia. I media inglesi rivelano che le pratiche legali erano già state avviate e la bimba, figlia di una ragazza madre, avrebbe dichiarato di considerare Amy già come una mamma. E perché non avrebbe dovuto? Cosa sappiamo noi di quel che si sono dette, della corrente d’affetto tra loro? Ma ecco i commenti: “Ma stiamo scherzando? Il dramma sarebbe stato se fosse riuscita ad adottarla. Manco i pesci rossi in mano a quella là. Fortuna per la bambina che la scema sia morta prima.” Opinioni, si dirà. Liberi tutti di pensarla a modo loro. Ma la “scema” era un essere umano, una ragazza di 27 anni che si è arresa. E quelle persone che sentenziano comodamente sedute davanti a una tastiera sono il prototipo di ciò che tutti stiamo lentamente diventando. Commentatori da bar, pettegoli globali, calunniatori con licenza di ferire. Se non di uccidere.
Laura Costantini

lunedì 1 agosto 2011

CRONACHE DI INIZIO MILLENNIO: aggiornamento

Ci siamo. La deadline del 31 luglio e' scaduta e adesso abbiamo il piano dell'opera completo:
- 29 racconti di cui 4 dedicati al 2001, 2 al 2002, 3 al 2003, 3 al 2004, 3 al 2005, 2 al 2006, 1 al 2007, 3 al 2008, 2 al 2009, 3 al 2010 e 3 al 2011;
- un aforisma firmato Gaja Cenciarelli;
- un'illustrazione del grandissimo Niccolo' Pizzorno;
ben 32 autori si sono cimentati in un'antologia che avra' l'onore di una prefazione di Marino Sinibaldi. Che possiamo volere di piu'? Tanti, tanti, tanti lettori!