martedì 28 aprile 2015

La socia volante

Ci sono donne che affrontano le tempeste senza timori e senza esitazioni. Donne che vedresti bene con un mantello nero e un cappello piumato al timone della Folgore del Corsaro Nero mentre la procella imperversa sul golfo dei Caraibi, corpo di mille cannoni! Ebbene, la socia è una di queste donne.
Averla dalla propria parte è una grande fortuna. Trovarsela avversaria, ragazzi, sarebbe una jattura. Questo deve aver pensato quell'innocente patina di sporco che si era depositata sulla tenda del suo balcone nel corso dei mesi invernali. Che poi, sporco, parliamone. Un lieve grigiore. Quel tocco di smog che fa ambiente metropolitano, anche se la socia vive in una delle poche zone ancora bucoliche di Roma. Io ne avrei avuto pietà, del grigiore intendo. Lei no.
Quindi oggi, degna sodale di Jolanda la figlia del Corsaro Nero, mentre il vento mugghiava intorno al piano attico, cortine di pioggia fitta sferzavano il ponte... pardon, il balcone, Essa, armata di spazzolone, detersivo e tubo per innaffiare, paludata che manco il capitano Achab nell'affrontare il bianco e riluttante cetaceo, ha affrontato le intemperie per sconfiggere il nemico sulla tenda. Inutili i tentativi del vento di strapparla alla tolda. Inutile lo sforzo del lieve grigiore di resisterle. Vana la furia degli elementi. La socia, incurante del rischio di involarsi sulla campagna romana sulle orme del protagonista di UP, ha spazzolato, sfregato, sciacquato, sagramentato (oh, figlia di pirata per l'occasione non signore) e... VINTO. Alla fine, zuppa come una vongola nella fossa delle Marianne, è rientrata in casa. La tenda sfavillante, il lieve grigiore disciolto nella pioggia come i ricordi del replicante di Blade Runner, le armi grondanti e rinfoderate.
Ci sono donne così, ora lo sapete.
Quello che non sapete è che, se quando torno a Roma la trovo raffreddata morta e impossibilitata a scrivere, la detersa tenda servirà per il trasporto del suo cadavere.