sabato 17 maggio 2014

Imparare a dire di no


Seconda lezione per la socia: N - O
Non è difficile: No.
Eppure è una parolina che a lei non esce quasi mai.
Lo scrivete un racconto?
Lo leggete 'sto libro?
Lo recensite 'sto romanzo?
E lei giù a dire sì, certo, con piacere, subito subito.
Dovete sapere che lei, la socia è generosa, altruista, sempre pronta a vedere il lato buono.
A Roma si userebbe una parola non bella che inizia per co... e finisce per ...iona.
Perché dico questo? Semplice. Perché moltissime delle cose che lei fa (lei, io spesso la seguo solo perché costretta) non trovano alcun riscontro.
Non parlo di soldi, parlo di reciprocità.
Noi (lei) leggiamo, recensiamo, commentiamo persone (non tutte, se volete faccio i nomi delle eccezioni) che, ne sono certa, pensano che la cosa sia dovuta al loro eccelso valore letterario e umano. Quindi si guardano bene dal contraccambiare le attenzioni.
Ergo, socia, da oggi si dice NO.
(a tutti, o quasi, per le eccezioni si decide caso per caso)

Loredana

4 commenti:

  1. Carissima Lory, bentornata!
    Quanto mi piacciono queste tue "lezionicine" alla socia (ciao Laura!).
    A proposito di no, mi ricordi un dettaglio letto un secolo fa in un'intervista al fu Agnelli, all'epoca icona di charme e metro del successo imitato da uno stuolo di ambiziosi senza altro skill che la vanità allora chiamati "giovani rampanti".
    Aveva una sua regola d'oro a cui nel tempo tutti si adeguavano non potendo cambiare ciò che lui, e solo lui, aveva deciso: rispondeva a tutte le chiamate, di tutti, chiunque fossero, ma solo al mattino fra le 6 e le 8 (se ricordo bene gli orari). Poi non c'era più per nessuno tranne che per il suo segretario/filtro, e spesso neppure per lui.
    Insomma, il successo è quello per cui sei tu a stabilire le tue regole considerando le eccezioni appunto come tali.
    Insomma, ha ragionissima Lory: mai dire troppi sì: ci si svaluta ("è sempre disponibile" non equivale a "è importante") e quando si dicono fare sempre la tara agli eventuali complimenti ricevuti in cambio. Spesso sono solo caramelle elargite a costo zero in cambio di merce preziosa (il tempo e l'attenzione dedicata a cose altrui è tempo che rubi alle tue proprie cose): da accettare, le caramelle, ma non necessariamente da mangiare.
    Abbraccione a entrambe.

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    1. Ross, così però la incoraggi... Abbraccio ricambiato.
      Laura

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    2. Eh sì, era proprio questa l'intenzione (è bello ritrovarla: se non la incoraggio poi se ne torna nella tana del Bianconiglio e chi la sente più?)

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  2. Sono assolutamente d'accordo. Uno non dovrebbe aspettarsi reciprocità quando fa un piacere a una persona, però ad un certo punto fare selezione è naturale e giusto. Buone letture, ecco.

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