Allora, oggi l'umore (e il tempo meteo) sono variabili e ho
deciso di scrivere una roba che, poco ma sicuro, frutterà settordicimila
"like".
Perché? Perché voglio parlarvi di...
(rullo di tamburi e squilli di trombe - gli strumenti a
fiato, maiali!)
... S E S S O!!!
Ecco, scendete. Perché trattiamo di argomenti che la
narrativa erotica (sì, narrativa, letteratura è un'altra roba) ha reso dogmi
acquisiti toppando miseramente.
Ho realizzato un sondaggio tra le mie conoscenze femminili,
portando a esempio qualcune pagine di romanzi a contenuto più o meno erotico.
Non sarà certificato dall'istituto nazionale di statistica,
ma ha un suo perché. E cominciamo a sfatare miti che, da sempre, rovinano i
rapporti tra i sessi.
Punto primo: le dimensioni NON contano.
Riporterò un estratto di saggezza femminile/popolare
estrapolato durante un colloquio con anziana signora molisana. Pronti?
Non lungo che tocchi, non largo che tappi, ma duro che duri.
Non devo spiegarvela, vero? Eppure non esiste narrazione
erotica che non magnifichi la portata in decine di centimetri del protagonista.
La pulzella in questione strabuzza gli occhi di fronte a cotanto materiale, si
offre al supremo sacrificio, soffre. Dai, chi di voi non ha letto roba: “mi fa
male mentre spinge, ma…”
Ecco, in quel ma-puntini è racchiuso tutta un’intera
galassia di immaginari maschili legati al fatto che a) un po’ male deve fare,
altrimenti hai sbagliato qualcosa; b) lei soffrirà un attimo; c) ma sarà
proprio quella sofferenza a portarla a un subitaneo, devastante orgasmo che un
normodotato mai e poi mai potrà ottenere.
La volete la verità? NON.È.VERO.
La sofferenza in quel contesto lì, a meno di non essere
Anastasia (sì, la protagonista delle 50 scempiaggini sul sesso) e le sue
accolite, è deleteria e decisamente controproducente.
Punto secondo: i capezzoli eretti NON sono il segnale per
scatenare l’inferno.
In ogni narrazione erotica che si rispetti, lei guarda lui e
si bagna (ma questo lui non può percepirlo) mentre le si inturgidiscono i
capezzoli al punto da perforare l’armatura del push-up.
Ora, premesso che qualsiasi push-up, anche il più infimo
terrebbe a bada senza difficoltà perfino i razzi di Venusia (ve la ricordate
Venusia? Quando vedeva il nemico le partivano le tette a razzo… A pensarci bene
il messaggio nascosto doveva essere che i biechi invasori di Vega l’arrapavano
un sacco, forse), la volete la verità? I capezzoli sono due esserini sensibili
e basta poco per erigerli (un po’ come le appendici maschili, a pensarci bene),
ma sono più eclettici delle suddette appendici. Quindi possono drizzarsi per il
freddo. Possono drizzarsi per la paura. Possono drizzarsi perché il tessuto del
reggiseno è irritante. Possono drizzarsi se vengono toccati e, occhio, NON vuol
dire che abbiano apprezzato il contatto. E’ una reazione involontaria. Poi, sì,
possono rizzarsi per l’eccitazione. Ma fossi in voi, prima di scatenare l’inferno,
mi accerterei che non si siano verificate tutte le altre ipotesi, soprattutto
quella del contatto non richiesto.
Punto terzo: il sesso orale NON è il primo pensiero delle
donne, ma il vostro.
Qui tocchiamo un tasto particolarmente sensibile dell’immaginario
erotico maschile. Mangiare una banana, leccare un gelato, bere da una bottiglia
sono attività innocenti e incolpevoli che nessuna donna (dalla più tenera età a
X anni) può permettersi di svolgere in pubblico senza essere crivellata di
sguardi lubrici maschili. Perché banane, carote, cannoli, coni gelato, sedani,
bottiglie e tutto ciò che abbia una forma vagamente falloide nei pressi di una
bocca femminile è, ipso facto, sesso orale sotteso, proposto, promesso. La
narrativa erotica non aiuta, visto che le protagoniste sono inverecondamente
golose di quello strumento lì. Lo vogliono, lo desiderano, se lo coccolano fino
a sfinire il povero protagonista. Ora, premesso che del buon sesso orale può
essere divertente, basterebbe soffermarsi su un considerazione scientifica: ragazzi,
il celeberrimo “Gola profonda” mentiva. Le donne NON hanno il punto G in gola.
Quindi sì, possono trovare piacevole il sesso orale. Ma sostanzialmente vi
stanno facendo un favore e trovano più gratificante praticare sesso con organi
dove il soddisfacimento è reciproco.
Mattinata hard, mi pare di capire...
RispondiEliminaLeggendo l'ultimo paragrafo m'é tornato in mente chetempo fa avevo letto che la protagonista di Gola Profonda, Linda Lovelace, era costretta dal marito che le puntava per convincerla una pistola alla tempia, a girare scene che le provocavano vomito. Scene che ovviamente, come succede in tutti i film porno (dove sul set succede anche di peggio), non si vedono perché tagliate a ripulite in fase di montaggio.
Qui una breve recensione al libro autobiografico della Lovelace
Ciò che nessuno dice ai maschi sciocchi è che tutta la pornografia si regge sulle regole auree del mercato: vendere illusioni
Sì, sapevo di questa cosa. E mi sono sempre rifiutata di vedere quel film. Come anche di praticare alcuni registi che dell'erotico hanno fatto una scelta di stile. Parlo di gente tipo Lars von Trier, non certo Tinto Brass. Che avrei evitato comunque. Il discorso sarebbe lungo e passerebbe anche dalle scrittrici che hanno acquisito fama solleticando le fantasie erotiche dei lettori (maschi per lo più), tipo Melissa P. o anche Isabella Santacroce (le foto in quarta di copertina sono spesso più significative dei testi).
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