sabato 7 marzo 2015

Per l'8 marzo scegli un libro senza stereotipi

I lettori attenti hanno notato due cose riguardo ai nostri romanzi: le donne hanno sempre un ruolo da protagoniste, ma gli uomini non sono mai dei semplici comprimari. A noi piace aggiungere un’osservazione: le donne che noi descriviamo, così come gli uomini, non corrispondono mai agli stereotipi di genere che ci vengono costantemente somministrati.... Non è una scelta razionale, una decisione presa a tavolino.
 
 
Adesso, anzi, da un po’ di tempo a questa parte, le decisioni prese a tavolino vanno per la maggiore in narrativa. E i risultati si vedono. I nostri e i “loro”. Pare che il mercato prediliga le protagoniste pasticcione, facili all’inciampo e alla piccola ferita da medicare (tipo unghia spezzata, scheggia nel tenero polpastrello, caviglia – sottile, nuda anche in gennaio, calzata su tacco 12 – distorta), bisognose di assistenza in tutto e per tutto, fragili, insicure. Intelligenti, per carità, ma pronte a cadere in deliquio sbirciando un bicipite, una camicia sapientemente sbottonata dal pettorale scolpito, un sorriso canagliesco. In carriera, anche dure nel loro lavoro, ma dalla gota fanciullescamente rubescente nel momento in cui, alzando le palpebre orlate di folte ciglia, impattano nello sguardo assassino del loro collega/superiore/avversario. I lettori, anzi, le lettrici vogliono ‘sta roba qui, ci viene detto. E non stiamo parlando di sfumature grigie, rosse e nere, ma di prodotti nostrani (sì, nati sulla falsariga perché l’onda va cavalcata) destinati ad approdare in tv per perpetuare lo stereotipo. Lei, qualsiasi lei, può far carriera, le è concesso essere intelligente e preparata, può avere delle intuizioni, magari battere sul tempo il maschio di turno. Ma senza rinunciare – così ci viene venduta – a quella femminilità bamboleggiante che fa sentire l’uomo protettivo, forte, necessario. Ve la ricordate la canzone di Celentano che recitava, rivolto alle istanze femministe, “tu vuoi fare il gallo, poi fai l’uovo con me, sul lettescion…”? Ecco, siamo ancora lì. Le regole del bestseller narrativo (la letteratura, non ci stancheremo mai di dirlo, è altro) ci vogliono così: scorza apparentemente dura ma anelito alla sottomissione appena ci giunge alle narici – frementi, ovvio – un sentore di maschio ferormone.
Ecco. Noi, duo scrittorio Costantini&Falcone, no. Se è questo che volete da un libro, non cercatelo in uno dei nostri. Ed è forse il motivo per cui, ci piace pensare, il nostro “Puzzle di Dio” (goWare) è stato scelto dall’Unione Lettori Italiani Molise nell’ambito delle celebrazioni dell’8 marzo.
Non è un libro che parla di emancipazione femminile, è un thriller, un romanzo d’avventura e mistero, con mille risvolti. E con due donne protagoniste che con gli uomini interagiscono, collaborano, si scontrano, se è il caso. Soprattutto non inciampano, non arrossiscono, non si sottomettono. Come le loro creatrici, ci viene da dire.

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