lunedì 14 febbraio 2011

L'ho fatto apposta, lo confesso


Non sono diventata megalomane. Ho messo la foto cosi' grande affinche' si legga cosa c'e' scritto sull'adesivo: Non piu' disposte a farci consumare. Una dichiarazione condivisa da decine di migliaia di persone nella piazza del Popolo del 13 febbraio 2011. Ma e' facile trovarsi e ritrovarsi, conoscersi e riconoscersi tra gente che in una domenica pomeriggio ha mollato divano e televisore ed e' scesa in piazza affrontando traffico, mezzi pubblici, parcheggi. Io volevo mettere alla prova quelli che della piazza non facevano parte. Per questo quando ho lasciato la manifestazione, ho tenuto quell'adesivo sul petto, sfidando gli sguardi. Sapevo che qualcosa sarebbe successo. Infatti dopo lo sguardo indignato di una attempata signora in visone e buste da shopping griffate, dopo l'occhiata sarcastica di un maschio in divisa da controllore della metro, e' arrivata la conferma che cercavo. Un ragazzotto, minorenne, brufoloso, rasato, giubbotto rosso bomber, un bel po' di amici e una fidanzatina appesa al braccio. Ci incrociamo. Ci guardiamo. Legge quanto scritto sull'adesivo. Arriccia il labbro in un sorriso ma aspetta di avermi sorpassato per dire ad alta voce: ma chi te se consuma piu' a te? Sapete chi ha riso di piu'? La ragazzetta. A dimostrazione che la strada e' ancora lunga. Lunghissima.

5 commenti:

  1. Quanta strada abbiamo fatto, tutte, prima di imparare a smettere di compiacere le battute stupide (quando giovani) e offensive (quando adulti) dei maschi cresciuti con questa idea del mondo?
    Poi mi rimane sempre la domanda: ma ce l'hanno una madre, questi?
    Quale modello di relazione imparano in famiglia?
    E quanta rabbia, quanta sofferenza, quanto dolore passeranno, queste giovani donne e questi sprovveduti giovani uomini, prima di imparare che amare con rispetto l'altro sesso, è amare e rispettare il mondo e ogni altro da sé?

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  2. Poi mi rimane sempre la domanda: ma ce l'hanno una madre, questi?

    Ce l'hanno ed e' una donna che ha abdicato a se stessa, altrimenti sarebbe riuscita a rendere quel ragazzo diverso da quello che e'.
    Sono dura, ma anche stufa della consapevolezza che molte colpe le abbiamo proprio noi.

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  3. Non lo identifico come un maschio. Solo come un cretino, con l'attenuante del cercare continue conferme nel branco, tipica di molte menti "deboli" in quell'età. Qui non c'è discriminazione, solo cialtroneria ed ignoranza.
    Mi si offende se si prende un cretinotto qualunque e lo si considera un tipico rappresentante del sesso maschile.

    E soprattutto l'imberbe pecca per una totale assenza di gusto, mi consenta... (il "mi consenta" potevo evitarmelo, vero :-))

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  4. Le consento :)
    E piu' che considerare il cretinotto tipico esempio maschile, lo prendo come sintomo di un'incapacita' diffusa (maschile e femminile) di capire che il valore delle persone travalica la faccia, il corpo, il vestito e quant'altro di apparente. Essere, non avere. Essere, non apparire. A noi lo insegnavano ben prima dei 18 anni :)

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  5. ah, ma pure tu sei una di quelle 4 radical chic, che erano in piazza!?

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