venerdì 27 ottobre 2017

Doccia fredda #21 Il sorriso dell'aviatore

Aveva respirato e mangiato polvere tante volte. Per le ristrutturazioni della casa.
Pareti abbattute e riedificate, stanze rivoluzionate, porte spostate.
La cucina, da angolo cottura, era arrivata a essere l'ambiente più spazioso dell'appartamento.
Mangio spesso fuori, diceva, ma quando ho voglia di tana devo avere i miei metri quadri.
Lavori e ancora lavori. Muratori su muratori con piastrellisti, idraulici ed elettricisti che smontarono e rimontarono quella casa come fosse un plastico.
Prima la carta da parati, poi muro, poi maioliche. Quella casa aveva cambiato volto così tante volte da non aver più nulla a che vedere con le carte catastali.
Una cosa, una sola, non era mai cambiata. Lo zio.
Quello zio aviatore che sorrideva nella cornice in una foto bianco e nero.
La calotta, gli occhialoni e una sciarpa sulla bocca. Ma attraverso le lenti si percepiva il sorriso di quel pilota della Regia Aeronautica.
Zio, poggiato con un gomito alla carlinga. Nell'altra mano una sigaretta. Zio, aitante e giovane aviere, che solo con quella sua posa ti raccontava il 15-18.
Le battaglie, le vittorie, la paura e la voglia di tornare a casa. Il suo sorriso a sfidare quella guerra puttana che allagò nel sangue mezzo mondo, infischiandosene se fosse rosso, giallo o nero.
Un bastardino, ai piedi dello zio. Io e "mistero", c'era scritto in calce alla foto. Perché nessuno seppe mai il nome di quel cane salvato dalla fame e dalle schioppettate.
Ma mistero fu anche nella sorte dello zio. Disperso, dissero. Probabilmente intrappolato e dimenticato nella carlinga della Regia Aeronautica.
Ma quella notte il sonno fu traditore. Il riposo a episodi senza dare mai il senso della totale rilassatezza. E poi sete, tanta sete. Quasi l'arsura.
Pochi passi fino a raggiungere la cucina, la grande cucina-tana con tanti metri quadri.
Vuota. La cornice era vuota. Un rettangolo di legno marrone e una lastra bianca.
Un rombo lontano tagliò la notte. Spalancò la finestra giusto in tempo per vedere lassù un biplano della Regia Aeronautica.

1 commento:

  1. bella storia, inspiegabilmente bella, forse merito del magico ed emozionante finale. Certe emozioni non si spiegano.
    Raffaele Abbate

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