lunedì 6 aprile 2020

Grosso guaio a Roma sud (di Marzia Musneci - Todaro Editore) #mèpiaciuto



Bello. Scritto benissimo. Orchestrato meglio. Perfetto per tirarci fuori una serie tv. Un film non basterebbe. Un giallo con i controfiocchi, amaro come le risate che ti strappa. Ci sono echi di Coliandro, di Manara, pure di Rocco Schiavone, ma c'è dietro una penna magistrale e originale. C'è la tecnica giusta di un'autrice che sa il fatto suo e lo dimostra da anni, anche se non appare spesso negli elenchi dei giallisti nostrani. Infatti meriterebbe una lista a parte. E la guiderebbe.
Se vi piace il noir, se vi piace il giallo, se vi piace il poliziesco con una strizzata d'occhio agli sbirri "brutti e cattivi" dal cuore d'oro. Se vi piacciono le dark ladies, se vi piacciono le atmosfere cemento e spazzatura. Se amate Roma, anche quando è degrado e sporcizia.
Se anche un solo "se" vi appartiene, leggete questo romanzo e ringraziatemi per il consiglio. 


- "Grosso guaio a Roma sud" è stato una bellissima sorpresa, a cominciare dai protagonisti assoluti: due gemelli congiunti, siamesi. Non credo sia mai accaduto prima. Come nasce questa idea?

Ciao, Laura. Felice che i miei due delinquentelli ti siano piaciuti. Zek e Sam sono nati diversi anni fa in un forum di scrittura, Scrittori per Sempre. Uno di quei posti a zero salamelecchi e tanta scrittura e critica costruttiva. Si trattava di creare un conflitto molto forte in una situazione ‘sporca’. Non mi è venuto in mente niente di più sporco di un cassonetto romano e di più conflittuale di due persone uguali fuori e diversissime dentro, costrette a stare insieme. Così sono nati i miei gemelli, in un racconto breve di un paio di pagine. E si sono subito trovati intorno un gruppo di fan scatenati. Poi, come spesso fanno i personaggi, mi hanno colonizzato il cervello, di giorno e soprattutto di notte, e ho dovuto raccontare la loro storia o non avrei più dormito.
Sono singolari, certo. Per quanto ne so, ci sono gemelli congiunti in un racconto di Landsdale, in ambiente circense, e solo Alessandro Berselli ha affrontato un personaggio doppio in Le siamesi , da cui è stato tratto anche un film. Però certo, Zek e Sam sono personaggi che non s’incontrano di frequente. Sono stata subito consapevole di chiedere molto al lettore. Di invitarlo a stringere un patto di complicità molto forte. Di credere a un pizzico di favola, un’ombra di magia, un’idea di fumetto, come mi hanno detto alcuni dei miei primi lettori. Ma io ho una grande fiducia in chi legge, e finora mi sembra ricambiata.
Un grazie all’agenzia Saper Scrivere che mi ha editato e rappresentato e a Todaro Editore che ci ha creduto. E uno, enorme,  ai lettori che hanno amato Zek e Sam così come sono. Rendono queste strane giornate più leggere.

2 - Il giallo si dipana spiazzando il lettore e mostrando la maestria con cui gestisci la tecnica. Ma, a parte il mestiere, si percepisce chiaramente il divertimento negli incastri. Quindi quando scrivi non soffri?

Soffro, rido, piango, m’infurio, non mi faccio mancare niente. È un prezzo che pago ai miei trascorsi da teatrante, credo. Scrivere di alcune vicissitudini dei personaggi - non dico quali per non anticipare - mi ha fatto perdere svariati etti di liquidi; l’impotenza e la fragilità dei gemelli, nascosta dietro le facce da duro e nemmeno tanto bene, mi ha causato crisi di rabbia civile, come pure alcune posizioni di Nick Badile e la strafottenza della grande criminalità, o l’incoscienza con cui alcuni personaggi corrono convinti verso il baratro. Certo che le emozioni ci sono. Ma sono una contastorie, e le storie vanno contate bene, al meglio che si può. La costruzione narrativa deve essere forte, e incanalare il pathos nella giusta misura. Per quanto riguarda gli incastri, hai visto giusto: sono una delle parti più divertenti del lavoro.
Poi c’è un discorso a parte: quello di un certo tempo verbale. Fedeli alla regola che ‘più crescono i muscoli, più calano i congiuntivi’, Zek e Sam lo usano poco o niente, il congiuntivo. E quella è stata davvero dura. Come chiedere a una persona intonata di stonare apposta. Magari ci riesce, ma è difficile. In un paio di casi ho coperto gli occhi alla tastiera perché non guardasse. Lì sì che ho sofferto.

3 - Nonostante Zek e Sam sovrastino tutti, mi verrebbe da dire che le donne la fanno da padrone: Irina, Felicita, la poliziotta, Luz sono indimenticabili, ognuna a suo modo. E sono indispensabili nell'intreccio. Mai appaiono come figurine di abbellimento. Essere un'autrice ti spinge a creare donne vere?

Sai, secondo me, in un romanzo, nemmeno una virgola deve stare lì per abbellimento, figuriamoci un personaggio. Anche due figure di sfondo come Maria e Juanito Cortez hanno il loro spazio e la loro funzione. Molti grandi scrittori sono stati capaci di creare figure femminili indimenticabili, pur inscritte nella società in cui agivano, e non serve certo che li ricordi.
Tuttavia, credo che, oggi come oggi, una donna si muova con più disinvoltura nel mondo emozionale di un’altra donna. Mi è capitato spesso - e parlo di best seller, di autori al top di classifica - di esclamare: ‘Ma no! Una donna questo non lo farebbe mai!’.
E poi, hai notato una cosa che è una costante delle mie storie, anche di quelle con Montesi, il mio investigatore seriale: è vero, a indagare è un uomo; è vero, i protagonisti di Grosso guaio sono maschi. Ma a guardare bene, in tutte le storie - e dico davvero tutte -  sono le donne ad agire e a muovere l’intreccio.
Non sono brava a ragionare in termini di genere, nella scrittura. Mi piace pensare che un romanzo debba essere valutato a prescindere dal genere di chi lo ha scritto. Insomma, mi piacerebbe che fosse così. Però forse il fatto che a scrivere sia una donna ha il suo peso nel dare tanto spazio ai personaggi femminili. È una cosa che, per quanto mi riguarda, viene da sé.

4 - Sei un'autrice con numerose pubblicazioni in curriculum ma, ne sono certa, hai un sogno nel cassetto: quale?

Certo. Il Nobel per la letteratura verso i novanta (smile smile smile). Scherzi a parte: ho in mente una storia enorme. Per lo meno così mi sembra, se penso alle mie forze e alle mie capacità. Una vicenda che richiederebbe ricerche accuratissime in un ambito poco documentato e dovrebbe attraversare la Storia maiuscola dall’inizio alla fine del secolo passato. Forse, la scorsa estate, ho individuato un sentiero stretto, accidentato e pieno di zone buie. Ma, per la prima volta, un sentiero che va nella direzione giusta. Se è così lo saprete, perché sparirò per dieci anni. Sarà una faccenda lunga.

5 - In questo periodo di segregazione stai scrivendo? Cosa bolle in pentola?

A dire il vero, all’inizio dell’orribile distanziamento sociale, necessario ma non per questo meno devastante, facevo fatica anche a leggere con attenzione. Poi mi sono ripresa. Leggo di nuovo con gusto e da qualche giorno scrivo. Sciocchezze: che fanno Zek e Sam durante la pandemia, per esempio. Cose che magari non pubblicherò mai, ma servono per tenere caldi i polpastrelli e sciolte le sinapsi.
Tutto l’apparato creativo pronto per un sequel di Grosso guaio a Roma Sud , forse, e per un’altra avventura di Montesi.

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