Se si è abituali fruitori del Tg1 si ha ben chiaro il menù. Si apre con la notizia del giorno, si continua con la politica, si passa alla cronaca (meglio se nera e truculenta), poi si alleggerisce con notiziole di “costume” che addolciscono la pillola e facilitano la digestione. Patria d’elezione delle notizie di alleggerimento è da sempre la Gran Bretagna. Salvo rari casi, il corrispondente da Londra ha da raccontarci le bizze di Camilla, lo stato di salute di cani e cavalli della regina, ultimamente l’interminabile viaggio di nozze di William e Kate. Per trattare simili argomenti è necessario che l’inviato sia uno poco aduso a prendersi sul serio. In principio fu l’indimenticabile Sandro Paternostro, poi c’è stato l’ironico cipiglio di Antonio Caprarica. Un’istituzione almeno fino a quando il solito girotondo di poltrone post elettorale non lo spedì in quel di Parigi, sostituendolo con Giovanni Masotti. Va detto che il nostro si caratterizzò per la peculiare dizione, per i variopinti foulard e per l’acconciatura da anziano moschettiere ancora sulla breccia. Adattissimo per raccontarci le divertenti malefatte dei Windsor al gran completo. Ma Caprarica, che ha in grande uggia i francesi, rivoleva la sede londinese e la scorsa estate seppe muovere le proprie pedine. Da un giorno all’altro il povero Masotti si ritrovò scippato di sede e congruo stipendio da inviato. Immediato ricorso al Tribunale del Lavoro, reintegro ed eccolo riapparire in quel di Mosca. Ora le corrispondenze da Mosca, anche dopo la caduta del Muro, hanno sempre un sapore insipido. Mai una notizia curiosa, mai un’immagine stravagante. Il grigiore dei piani quinquennali sembrava inamovibile dall’ex Unione Sovietica. Il massimo dell’alleggerimento era il record di freddo toccato in Siberia. Ma avevano fatto i conti senza Giovanni Masotti. A dimostrazione che non è la sede a fare il corrispondente, zazzera ondulata e trequarti maladrino, Masotti ha trasformato Mosca in una succursale dell’ormai chiuso “News of the world”. Dimentico di qualsiasi decisione politica di Putin e Medvedev, alieno dalle problematiche della libera informazione nel paese che ha visto l’assassinio di Anna Politkovskaja e Anastasja Baburova, deciso a dimenticare Cecenia e mafia russa, Giovanni Masotti ci ha fatto scoprire il lato frivolo di una Mosca “da bere” come una vodka ghiacciata, possibilmente alla fragola. Eccoci dunque informati sul primo centro benessere a cinque stelle per cani, sulla possibilità di ordinare una sauna a domicilio o, nel momento in cui scriviamo, di una corsa a premi riservata a bellissime moscovite in tacchi a spillo e minigonna. Tutte hanno sul sedere una scritta: “con gambe così, a che serve il cervello?” Masotti ce la traduce con un gran sorriso, di tre quarti, con l’ondulazione della capigliatura irrigidita dalla lacca. E viene da pensare che anche da inviato bastino look e gusto da rotocalco per fare a meno di tutto il resto.
Laura Costantini
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