Ti sbarcano su un pianeta sconosciuto e
devi spiegare agli autoctoni cos’è il vizio della gola.
Per prima cosa, sulla Terra o su un
altro mondo, che sia dietro un invito o per un’improvvisata è raro che mi
presenti a mani vuote, dunque, ritenendola una buona regola, porterei un
presente.
Non conoscendo i tipi alieni,
porterei sicuramente un vassoio di paste tipo bignè di San Giuseppe ricchi di crema profumata e zucchero alla vaniglia, così,
se proprio non dovessero fidarsi me li farebbero assaggiare e sarei felice.
Uno dei miei tanti limiti è quello di
non riuscire a imparare le lingue, dunque spero di avere a disposizione un
traduttore stellare. A questo punto inizierei a spiegare, bignè alla mano, che
sulla Terra la gola è definito, purtroppo, vizio mentre si tratta di un piacere
sublime. Per questo motivo sono sbarcata sul nuovo pianeta: la mia missione è
far conoscere quanto, invece, sia importante sapersi rilassare al profumo e al
gusto di una cioccolata calda, o sciogliersi al sapore dello zucchero mentre si
ride con gli amici. Certo, nell’istante in cui diventa eccesso rientra in
quello che si definisce vizio… ma noi, nel pianeta nuovo, sposteremo
l’asticella più in là e il vizio sarà solo un lontano pensiero.
Nella
vita hai esercitato il vizio di cui stiamo parlando.
Raccontaci.
Dalla risposta precedente mi sembra
già ovvio. Certo che l’ho praticato, esercitato… e senza troppi ripensamenti.
Sono una golosa cronica ed è curioso che mi sia capitato proprio questo vizio. Non
che non ne abbia altri, però questo è quello per cui mi pento meno o, se vogliamo,
il tempo giusto per ricominciare. Preciso che, per me, il vizio della gola è
riferito solo al mangiare, e al mangiare dolci in primis, e non all’ingordigia
di accumulare soldi, affetti e quant’altro.
Consiglia
un romanzo che parla del vizio in questione e spiegaci la scelta.
Anni fa mi
regalarono “Ricette immorali” di Manuel Vázquez Montalbán.
Il libro, di appena 150 pagine, contiene molte ricette e ad ognuna è allegata
una situazione erotica. Il mangiare e il fare l’amore sono definiti piaceri che
scardinano una “cultura repressiva e preparano alla comparsa di una
comunicabilità che non va sprecata”. Per l’autore cucinare, e poi assaporare e
mangiare con gusto, deve essere un’abitudine per raccogliere in seguito i
frutti dell’amore.
Ecco, per
me, il cibo è quella cosa che più si avvicina al piacere, in senso ampio del
termine. È ciò che gratifica. Riempie. Soddisfa. È quello che, a volte però,
crea anche disturbi e seri problemi, come nel libro Fame di Roxane Gay. Insomma il
vizio della gola è come la vita: va vissuto e goduto. Fino alla fine.
Facci
leggere un tuo brano attinente.
“Le vacanze.
Le vacanze vere. Le vacanze tutte di sole, piscina, mare. Di giochi. Di
incontri. Di amori. Le vacanze, che di martedì erano un qualcosa di stupendo.
Perché di martedi?, direte voi. Era un giorno speciale per me e mio fratello,
forse l’unico giorno della settimana in cui rispettavamo al millesimo di
secondo il rientro a casa, perché nonna per pranzo ci preparava le alici spinate,
con le patate tagliate a rondelle, il tutto fritto dorato. Quell’unico giorno
della settimana sarebbe bastato per stare bene tutto l’anno. Seduti a tavola,
con l’acquolina in bocca, e con le nostre prime aspettative. Sempre
soddisfatte.
Dopo anni
anche io ho riprovato a fare quel piatto, ma niente, non ha niente a che vedere
con le alici di nonna. Forse manca la mano, forse le dosi esatte, ma di sicuro
manca solo l’amore di nonna e il sapore del suo ricordo. Unico”. Dal mio libro:
“Blu e rosso. Viola.”, il primo incerto esperimento di scrittura che, però, mi
è rimasto nel cuore.
Meglio
sperimentare vizi o esercitare virtù? Sii sincera.
Direi una
via di mezzo. Sono più portata per i vizi e, per alcuni, mi riesce anche abbastanza
semplice la sperimentazione, ma anelo alle virtù, anche se credo non facciano
per me.
Inventa
un titolo accattivante che contenga il vizio che ti è toccato.
“Una ola per
la gola!”
Pubblicizza
una tua creatura
Ho pensato
che la gola, lasciando fuori il piacere di prima, a volte faccia tornare
bambini.
La scoperta,
la curiosità di un sapore nuovo o la gioia di uno già conosciuto. L’allegria.
Allora ho
deciso di pubblicizzare il mio ultimo libro, una favola per bambini dai 6 ai 9
anni.
Non dedicato
all’eccesso, ma al controllo. Di cosa? Del bullismo e dell’ecologia. Temi che
interessano sia i bambini che gli adulti. Vivere in un mondo pulito e libero da
plastiche, trovo che sia un bel messaggio, o un invitante biglietto da visita,
anche per presentarsi ad un incontro alieno!
E poi, ora
che ci penso, alla fine della storia, i protagonisti della favola organizzano
una festa mangereccia… dunque, tutto torna.
La
spiaggia dell’amicizia – edito da Il Ciliegio Edizioni – si trova on line:
amazon, ibs, sito della casa editrice e in libreria.
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