venerdì 26 aprile 2019

Ira (2) - vizi e virtù - scrittrice allo sbaraglio: Mavie Carolina Parisi




Ti sbarcano su un pianeta sconosciuto e devi spiegare agli autoctoni cos’è l'ira. Cosa dici?

Chissà se nel pianeta in cui mi hanno sbarcato è esistito un extraterrestre di nome Seneca che ha scritto qualcosa di simile al De ira?
Nel caso non avrei molte difficoltà a descriverla, sarebbero già abbastanza informati, saprebbero che l’ira trasforma l’essere umano in un animale selvaggio  con  gli occhi fiammeggianti e rossi, i peli dritti e i muscoli tesi nel desiderio di sbranare e fare a pezzi.
Se invece tra gli abitanti del pianeta non fosse mai esistito nessun Seneca, cercherei nel paesaggio locale qualcosa che possa aiutarmi a rendere l’idea, e se in quel pianeta non nascessero fulmini, onde di maremoto o bombe vulcaniche, troverei certamente in natura una manifestazione d’ira magari in alberi che lanciano con violenza i loro frutti verso chi cerca di tagliarne i rami.

Nella vita hai provato l'ira: raccontaci.


Personalmente ritengo che l’ira sia una delle manifestazioni esteriori della rabbia che è un sentimento più complesso.
La rabbia è indignazione, è risentimento; può esplodere all’improvviso o covare per anni.
La rabbia può mostrarsi all’esterno o rimanere chiusa.
E la rabbia certo, l’ho provata, parecchie volte, soprattutto quando ho subito ingiustizie o le hanno subite altri intorno a me, ma non sempre, anzi quasi mai è sfociata in ira.


Consiglia un romanzo che parla del vizio/virtù in questione e spiegaci la scelta.

Consiglierei Furore (titolo originale the grape of wrath, letteralmente grappoli d’ira) di John Steinbeck .

Ambientato negli Stati Uniti, durante la grande depressione, racconta la storia di una famiglia che come tante altre, schiacciata dai debiti contratti con le banche,  decide di lasciare il Middle West per andare in California dove spera di trovare il lavoro e dunque una vita migliore.
E’ un romanzo pervaso dalla rabbia, in primo luogo quella degli agricoltori verso lo strapotere delle banche e le avverse condizioni atmosferiche che rovinano i raccolti.
Lo consiglio perché è uno dei miei libri preferiti, una saga familiare on the road scritta con grande sensibilità e maestria.
Un romanzo che ti prende fin dalle prime pagine e non ti lascia più andare via.


Facci leggere un brano attinente.

E’ un brano tratto proprio da Furore di Steinbeck

…Niente lavoro fino a primavera. Niente lavoro.
Niente lavoro…niente denaro, niente cibo.
Ma, dico io, chi ha una pariglia di cavalli e se ne serve per arara, per coltivare, non si sognerebbe mai di metterli fuori dalle stalle e lasciarli morire di fame, quando manca il lavoro nei campi.
Ah, ma quelli sono cavalli…noi siamo uomini.
Le donne osservavano i mariti, per vedere se questa volta era proprio la fine. Le donne stavano zitte e osservavano. E se scoprivano l’ira sostituire la paura, nei volti dei loro mariti, allora sospiravano di sollievo. Non poteva ancora essere la fine. Non sarebbe mai venuta la fine finché la paura si fosse tramutata in furore.
L’erba spuntò tenerissima e distese sui colli la delicata coltre verzolina dell’annata nuova.


 Meglio sperimentare vizi o esercitare virtù? Sii sincera

Cosa c’è di più umano del vizio? Credo si abbia poca scelta, è quasi impossibile evitarli tutti, per tutta la vita. E non sarebbe nemmeno utile alla crescita delle consapevolezze necessarie ad evitarli.
Detto questo, potendo, preferirei esercitare virtù, e sono sincera.

 Inventa un titolo accattivante che contenga il vizio/virtù che ti è toccato


Narrami o Diva, l’ira funesta, l’ha già scritto qualcuno?




Pubblicizza una tua creatura

Questa è la copertina del mio ultimo romanzo.
Parla di una donna di nome Rebecca che attraverso il rapporto con lo psicanalista, Ruggero Macis, ricostruisce la sua vita davanti al lettore.
E’ una donna normale, un medico, ma al contempo anche una donna disturbata.
Soffre di ossessioni, mette in atto comportamenti compulsivi, è ipocondriaca, come molti, forse più di molti.
Al di là della vicenda narrata, ciò che ho cercato di indagare è stato il significato di certi comportamenti e la possibilità che il tutto sfoci in una “guarigione”.
Liberarci da certe paure è quello che vogliamo? Sono probabilmente il frutto di sofferenze più profonde e nascoste, è giusto, è utile riportarle in superficie?





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