giovedì 11 aprile 2019

Lussuria (2) - Vizi e virtù - Scrittrice allo sbaraglio: Tea Ranno



Ti sbarcano su un pianeta sconosciuto e devi spiegare agli autoctoni cos’è la lussuria. Cosa dici?

Dico che la lussuria è la fame dei sensi. È il bisogno di accoppiarsi, di possedere il corpo di un altro - e di un altro e di un altro… - senza mai saziarsi (“Fame fame fame, sempre fame” direi e, visto che gli autoctoni avrebbero un vocabolario molto limitato, mi aiuterei con la mimica), perché, nel momento stesso in cui ci si placa, ecco che la fame rimonta, aizzata dal desiderio in apparenza soddisfatto. In apparenza, appunto, perché, nel mentre ci si soddisfa, ecco che un’uguale, se non maggiore fame, sorge.

Nella vita hai esercitato la lussuria: raccontaci.

Sì, quando scrivo. Un piacere sensuale di carta, corpi di carta, ma soprattutto parole: da corteggiare, inseguire, catturare, obbligare al mio piacere, molto pretenzioso, di ubbidienza; dunque sottometterle, piegarle ai miei desideri di senso e di sostanza, alla mia insoddisfazione per cui da una passo all’altra e poi a un’altra, sfinendomi sopra di loro per giornate intere, per settimane e mesi, puntando, cacciando, carezzando, insidiando e facendo capitolare; placandomi per subito tornare a bruciare: di febbre, di desiderio. Affamata sempre, e sempre alla ricerca, consapevole che mai quella ricerca avrà fine, dunque sempre a caccia, sempre infebbrata e ostile a ogni farmaco, ché di questa fame e di questa febbre io ci voglio campare fino alla morte.

Consiglia un romanzo che parla di lussuria e spiegaci la scelta.

Tra i tanti che potrei citare, scelgo “Il diavolo in corpo”  di Radiguet, perché la bramosia del protagonista mi pare abbia quei requisiti di fame insaziabile di cui ho detto, e una dose di egoismo - ed egocentrismo - così forte da spingere alla morte.


Facci leggere un tuo brano attinente.

“Sentisse, Madre, fu colpa vostra se quella carne giovane mi fece perdere la saldezza. Fu lei, la tentatora, che mi chiamò nello stanzino, e quando fui lì, davanti al crocefisso che tante mie preghiere aveva esaudito, quella demonia m’infilò la mano in mezzo alle gambe e mi disse: “Padre, santificatemi”. E io: “Figlia che vuoi dire?” E lei: “Le vostre mani consacrano ogni giorno l’ostia, passate queste sante mani addosso a me. Mi prese le mani e se le mise sulle gran minne che aveva e intanto prese a sfregarmisi contro. Una diavola pareva. Io ci provai a resistere, a invocare il Santissimo, ma quella era una strega che aveva in corpo la forza di cento demoni e uno di questi mi sollevò la tonaca e un altro mi sbottonò la patta, e un altro si pigliò nelle mani il mio membro che mai aveva conosciuto femmina, e un altro lo guidò dentro di lei e la ingravidò”.
Si fermò. Era tutto sudato, e mano a mano che parlava una grande eccitazione aveva preso a girargli per il corpo e a fargli più rosse e turgide le labbra.
“E ora vi supplico, Madre”, riprese, “aiutatemi, ditemi voi come possiamo fare a liberare il convento dall’onta di un bastardo concepito tra queste mura”.
“Queste parole lui mi disse, e intanto io mi sentivo il sangue che mi sbatteva veloce nelle tempie e mi sentivo nel corpo un gran calore e mi sentivo in mezzo alle gambe un desiderio che voleva essere saziato. E lui lo capì e capì pure quello che doveva fare. E non ci furono demoni che gli sollevarono la veste e demoni che gli aprirono la patta e demoni che indirizzarono il suo membro dentro di me, che già avevo conosciuto uomini e sapevo quello che mi aspettava.
Quando finimmo lui disse: “Mi devi aiutare con quella sciagurata”.
“E io gli risposi: “Non ti preoccupare. Lo so io quello che bisogna fare”.
                                                                          Sentimi, pag. 27 - 28



Meglio sperimentare vizi o esercitare virtù? Sii sincera.

Meglio sperimentare i vizi. Che offrono il più ampio ventaglio di emozioni e spingono la fantasia a ogni più vario esercizio anche di redenzione, e fuga, e azzardo, e libertà. E anche perché si può essere viziosamente virtuosi.

Inventa un titolo accattivante che contenga il vizio che ti è toccato.

“Swing, cozze e lussuria”


Pubblicizza una tua creatura
“L’amurusanza” mio romanzo appena uscito.
È una storia sfacciata, erotica, sensuale, terragna, solare e allegra, in cui si può ridere fino alle lacrime e fino alle lacrime commuoversi.




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