In un’epoca di crisi come quella che stiamo vivendo, verrebbe da pensare che la gente abbia voglia di ridere, di volare con la fantasia. Non è così. Basta accendere un televisore e fare un rapido zapping per accorgersene: non c’è contenitore, mattutino o pomeridiano, feriale o festivo, che non sia lì a discettare sulle colpe del comandante Francesco Schettino. Sempre con le telecamere a favore di Costa Concordia spiaggiata. Si dirà che è il fatto del giorno. Che è il nostro Titanic cento anni dopo. Si dirà, soprattutto, che gli ascolti parlano chiaro. Basta nominare poche magiche parole: naufragio, crociera, Concordia, Schettino, e l’audience si impenna. Che poi, parliamoci chiaro, è l’unica cosa che conta. A dimostrarlo ci sono le polemiche sorte sul tempestivo cambio di programmazione di La7 la sera di sabato 14 gennaio. Doveva esordire il programma di Serena Dandini. Ma Enrico Mentana, vecchio lupo di mari ben più tempestosi del placido Tirreno, ha fiutato il vento e ha deciso di dedicare la serata al naufragio. Va fatto notare che erano trascorse 24 ore, che la notizia era volata di emittente in emittente, che, insomma, se ne stava parlando ovunque. Soprattutto, che non stava succedendo in quel momento. E va fatto notare perché un noto critico televisivo ha approfittato dell’iniziativa di Mentana (e del buon risultato in termini di audience) per inchiodare alla gogna degli insensibili rispettivamente Ballando con le stelle e Italia’s got talent. Sottolineando che la colpa del varietà di RaiUno era tanto più grave, trattandosi di servizio pubblico. E analizzando che la progressiva perdita di pubblico da parte delle ammiraglie generaliste come, appunto, RaiUno e Canale5, si debba sostanzialmente all’incapacità di manovrare in tempo reale. Insomma, i dirigenti dell’una e dell’altra parte sarebbero un po’ come il comandante Schettino: distratti alla guida. E si potrebbe anche prendere per buona se non fosse che a conclusione del ragionamento la domanda è sempre quella: di che vi lamentate? Mandate in onda le tragedie, meglio se grosse, e gli ascolti torneranno. Il lutto fa audience. Ma solo da un tot di vittime in su. Perché anche qui parliamo di serie A e serie B. Senza nulla togliere all’ingiustificabile tragedia che si è consumata davanti alle spiagge del Giglio: perché non cambiare la programmazione televisiva anche a seguito delle reiterate stragi del sabato sera? La memoria è quella che ci fa sempre difetto, ma facciamo qualche esempio: lo scorso 11 dicembre sono morti due ragazzi in provincia di Latina, una ragazza a Ostia, una turista a Roma e un uomo in provincia di Torino. Tutti incidenti stradali. Mercoledì scorso 5 ragazzi sono stati falciati da un Tir sul raccordo di Roma. Sono vite umane ma nessuno ha chiesto la sospensione di partite di calcio o fiction. Motivo? Mancava, sullo sfondo, il colpo d’occhio spettacolare di una nave da 115mila tonnellate.
Laura Costantini
condivido ogni tua parola Laura ma non so se la cosa mi consola, Anch'io ho fatto alcune "modeste" riflessioni sulla questione... se vuoi:http://stefanomina.blogspot.com/2012/01/qualche-riflessione-cosi-casaccio.html
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