Dice di sé: (Livorno 11/05/1957 ore 07:30, per cui Toro ascendente Cancro, Luna in Bilancia e una collezione di quadrature e opposizioni da fare invidia a una griglia del Sudoku).
Nato e cresciuto in una piccola città, una volta lume di tolleranza e multietnicità in mezzo al Mediterraneo e oggi ridotta all'ombra di se stessa, dopo aver partecipato alla nascita di un paio di tv locali e di altrettante radio, messo su invano un'agenzia pubblicitaria ed essendosi irresponsabilmente sposato all'età in cui oggi si è bamboccioni, nel 1983 mandava tutto a farsi friggere e si trasferiva a Roma, con l'intenzione di fare il grafico pubblicitario e il risultato di ritrovarsi montatore "errevùemme" presso una grossa società di produzioni. Dopo anni di alti e bassi, professionali, sentimentali e caratteriali, lo ritroviamo precario presso "Mamma RAI", ma col piede in due, o tre, oppure quattro scarpe, dato che non disdegna di lavorare per Mediaset, La7, appalti vari e anche realizzando per conto proprio documentari e videoclip. Ha scritto molti articoli e un paio di saggi dedicati al rapporto tra cinema e territorio. Ogni tanto, ritenendo di riuscire a raccontare storie assai fantasiose (ma le sue partner, definendole "scuse", le hanno sempre ritenute assai deboli), ha pensato che avrebbe potuto provare a metterle su carta. Forse, da qui al giorno che si saprà se i Maya avevano ragione oppure no, ci riuscirà davvero.
Nato e cresciuto in una piccola città, una volta lume di tolleranza e multietnicità in mezzo al Mediterraneo e oggi ridotta all'ombra di se stessa, dopo aver partecipato alla nascita di un paio di tv locali e di altrettante radio, messo su invano un'agenzia pubblicitaria ed essendosi irresponsabilmente sposato all'età in cui oggi si è bamboccioni, nel 1983 mandava tutto a farsi friggere e si trasferiva a Roma, con l'intenzione di fare il grafico pubblicitario e il risultato di ritrovarsi montatore "errevùemme" presso una grossa società di produzioni. Dopo anni di alti e bassi, professionali, sentimentali e caratteriali, lo ritroviamo precario presso "Mamma RAI", ma col piede in due, o tre, oppure quattro scarpe, dato che non disdegna di lavorare per Mediaset, La7, appalti vari e anche realizzando per conto proprio documentari e videoclip. Ha scritto molti articoli e un paio di saggi dedicati al rapporto tra cinema e territorio. Ogni tanto, ritenendo di riuscire a raccontare storie assai fantasiose (ma le sue partner, definendole "scuse", le hanno sempre ritenute assai deboli), ha pensato che avrebbe potuto provare a metterle su carta. Forse, da qui al giorno che si saprà se i Maya avevano ragione oppure no, ci riuscirà davvero.
Diciamo di lui: La categoria montatori meriterebbe un post a parte. La categoria montatori in analogico meriterebbe di entrare nella liste delle specie in via di estinzione. Marco attiene a entrambe, ma meriterebbe un catalogo a parte perché è quello che si definisce un personaggio. Intanto è livornese, altro gruppo fuori quota tra gli esseri umani, e quando lavorava con la nostra redazione si divertiva un casino a spaventare il povero/a programmista-regista (leggi giornalista non così nominato onde poterlo pagare la metà della metà) con un cipiglio degno di miglior causa. E con reprimende degne del Vernacoliere contro la scarsa qualità dei nostri sforzi creativi e degli argomenti che venivamo chiamati a trattare. Confesso che lo trovato antipaticissimo. Poi ha cambiato produzione e l'ho ritrovato su FB. E ho scoperto una persona ricchissima di sfaccettature e di cose belle da dire. Quando ha deciso di partecipare al concorso per le "Cronache dalla fine del mondo" non mi sono stupita. E quando abbiamo letto il tuo racconto "Wakhan?", abbiamo capito che ci stava. Eccome se ci stava. Resta il mistero di quel punto interrogativo nel titolo. Lui asserisce di non averlo messo. Noi ce lo siamo ritrovato nel file. Potevamo toglierlo ma, quando leggerete, capirete che chiunque abbia deciso di inserirlo (forse un pc senziente) aveva ragione.
Questo tipo mi fa paura ... gnoma scappa
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