Succede a Roma, un sabato sera che sconfina in una domenica
notte. Una grande città non dorme mai. A Roma, durante la notte clou del
week-end ti può capitare di fare la fila, incolonnato tra nugoli di automobili
dai finestrini aperti e dalla musica che rimbomba. Si chiama movida e
assomiglia a una transumanza coatta. Coatta nel senso di obbligatoria, se non
esci il sabato notte sei uno sfigato, e nel senso di tamarra, con i look, le
musiche e gli atteggiamenti del caso. Niente di grave. Anzi, il fatto che molte
di quelle auto siano occupate da donne sole, a loro agio nella notte
metropolitana, è un bel segnale. Significa che è possibile e giusto. Nonostante
la paura sottile che rimane ai margini. Una donna sola è più sola degli altri.
Una donna sola, anche al centro di una colonna di automobili in lenta marcia
verso il divertimentificio di zona, lo sa di rischiare di più. Rischia perché è
donna. Non date retta, non importa come sia vestita, non importa che ora della
sera o della notte sia, non importa il perché e il per come di quella sua
solitaria presenza. È donna. In quanto tale possibile preda. Ma le moltissime
donne che frequentano la notte romana (o milanese o di qualunque altro luogo)
non accettano di esserne escluse. E vanno. Stavano andando, anzi, tornando a
casa anche le due donne che sabato scorso erano alla guida delle loro vetture
in una zona periferica di Roma. E l’aggettivo periferica è importante. Non per contestualizzare degrado o
quant’altro, ma per avere una vaga idea di quella che in una fiction
chiameremmo location. Viale Palmiro Togliatti è una grossa arteria di
scorrimento a sud-est della capitale. Collega tre consolari importanti:
Tuscolana, Casilina e Prenestina sconfinando poi nella Tiburtina. Di fatto
attraversa quartieri popolosi, ma con le caratteristiche di molte periferie
urbane: sono quartieri dormitorio. La movida del sabato notte non abita qui.
Parte da qui, alla conquista del centro o del litorale. Ma viale Palmiro
Togliatti di notte è e resta uno stradone a tre corsie da percorrere rapidi.
Sulla Togliatti si corre. Se non corri, c’è sempre qualcuno che ti si inchioda
al lunotto e ti acceca con gli abbaglianti. Può capitare che ti innervosisci,
lasci passare, lampeggi a tua volta. Può capitare che quell’automobilina, una
smart nera, abbia a bordo due balordi (non ancora identificati) che non ci
stanno a farsi lampeggiare. Può capitare, è capitato, che tirino fuori una
pistola e sparino. Due donne si sono sentite fischiare pallottole davanti alla
faccia. Sono vive. Scioccate, impaurite, decise a non frequentare più la notte,
ma vive. È un caso però. I due balordi, che hanno sparato anche a un’auto in
sosta, che hanno inseguito una delle due donne fin quasi al garage, che sono
descritti come due trentenni, uno olivastro, hanno giocato con le loro vite.
Una roulette russa, assurda e codarda. Perché quei due hanno giocato con le
vite degli altri. E potrebbero averla fatta franca.
Laura Costantini
Non finisco mai di provare un sentimento impotenza che sconfina in un dolore sordo, senza speranza.
RispondiEliminaCosa c'è, in questo mondo, che non va? Perché tanta ferocia, tanta brutalità, tanta stupida violenza?
Non lo so Ross. Ma qualcosa da fare deve pur esserci per restituirci l'umanità che stiamo perdendo.
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