Ti sbarcano su
un pianeta sconosciuto e devi spiegare agli autoctoni cos’è l'accidia.
Provo a
recitare questi versi restando immobile, sperando che gli alieni comprendano
almeno il suono. Poi mi domando: “vale
la pena stancarmi visto che nessuno
verrà a salvarmi?
Vago senza
affanni
e senza passioni
nel grigiore
di giorni sempre
uguali
Opprimere gli
affanni
soffocare le
passioni
credendo di
allungare la vita
una vita già
troppo lunga
Nella
vita hai esercitato/provato/vissuto il vizio di cui stiamo parlando:
raccontaci.
Come
accidioso non si sono macchiato di
nessuna colpa perché non ho vissuto
pienamente né il bene né il male.
Questa è la mia vita:
Quel pigiama è
stato il mio fantasma personale, per anni, appeso ad un gancio, sullo sfondo
nuvole di una perturbazione estiva. E
non riesco a cancellarlo dalla mente
E tante inutili
memorie: il Barbecue con la carne bruciacchiata, l'Anglia Torino
d'occasione
scampata all'Arno esondato, il macellaio di Grottaferrata, il bue e l'asinello
sul presepe fatto nell'angolo del salotto, la nonna cattiva rompicoglioni,
discendente di un cardinale del Sant'Uffizio.
Tutto che non si
dimentica. E resto immobile.
Passano gli anni
in fretta, è un film in bianco e nero, come quelli della programmazione delle
arene all'aperto dietro la Tuscolana.
Uno stronzo di
cane sulla spiaggia di Terracina , mentre faccio il bagno mi piscia sulle
scarpe lasciate sul bagnasciuga.
Mi incazzo come
un bufalo e me la prendo con tutto il mondo e con chi mi sta intorno.
E' sempre colpa
di qualcun'altro.
Scavo con la
paletta e raccolgo i vermi per pescare la notte sulla spiaggia dei bufali al
Salto di Fondi .
In vacanza a
Terracina con il mare pieno di alghe e sul lungomare un'auto dei caramba
davanti alla villa di Aldo Moro. Poi quando
fu trovato cadavere nella R4 i vicini a rimpiangerlo, solo da morto. Ma
non reagisco, per l'ipocrisia, troppa fatica litigare
A spasso con la
bici lungo i canali in Via del Piegarello, senza protezione, con il tanfo del
marcio che mi prende alla gola e le zanzare attorno alla testa e sulle gambe e
mi divorano come ad un pranzo di nozze per zanzare.
Voci senza senso
che non portano da nessuna parte.
Una foto in
bianco e nero, granuli di passato, rotaie luccicanti, sedili di legno, morbide
memorie sotto platani ammuffiti che non credono al futuro.
E la circolare
rossa non arriva
Giardinette di
legno, giardinetti di plastica, preti affannati, celerini ossessivi, marmo
grigio, ponti, statue, un viale verso il nulla, espadrillas di tela nera.
E quella cazzo
di circolare rossa non arriva.
Sotto il sole di
agosto sotto quel sole rovente di un agosto lontano son rimasto sul ponte.
La polvere, il
fumo, il respiro affannoso, le speranze disperate.
Anni che credevo
d'oro si son trasformati in anni di piombo
E la circolare
rossa non arriverà più.
E sempre tra le
palle quel fottutissimo fantasma con il pigiama comprato usato a via Sannio,
che non vuole andare via
Tanto alcool
bevuto a tutte le ore del giorno e della notte per cancellare il mio
vecchio fantasma e tutti gli altri
fantasmi, con gli anni sono diventati tanti ed insopportabili.
Tante
sigarette fumat per aiutare a cancellare
tutti i fantasmi.
Ed ora niente
alcool e niente sigararette, forse i fantasmi sono scappati via, si sono rotti
per la mia inutile noia.
Consiglia
un romanzo che parla del vizio/virtù in questione e spiegaci la scelta.
Consiglio la
lettura de La Noia di Moravia, credo che rappresenti il modello letterarario principie del vizio
dell'accidia la cui lettura, in età adolescenziale ha determinato molti danni
nel mio equilibrio pisicologico.
Facci leggere un brano che ritieni accidioso.
Una vita
grigia e fosca come quella del
personaggio Dino non è il massimo della vita. L'incipit è significativo:
Ricordo benissimo come fu che cessai di
dipingere. Una sera, dopo essere stato otto ore di seguito nel mio studio,
quando dipingendo per cinque, dieci minuti e quando gettandomi sul divano e
restandoci disteso, con gli occhi al soffitto, una o due ore; tutto ad un
tratto, come per un'ispirazione finalmente autentica dopo tanti fiacchi conati,
schiacciai l'ultima sigaretta nel portacenere colmo di mozziconi spenti,
spiccai un salto felino dalla poltrona nella quale mi ero accasciato, afferrai
un coltellino radente di cui mi servivo qualche volta per raschiare i colori e,
a colpi ripetuti, trinciai la tela che stavo dipingendo e non fui contento
finché non l'ebbi ridotta a brandelli.
Meglio
sperimentare vizi o esercitare virtù? Sii sincero.
Tutti i vizi
possibili, le virtù sono noiose. La cosa che
mi induce al vizio è che i praticanti della virtù con rinunce e
sacrifici di ogni genere non hanno la certezza di essere “premiati” a fine vita, Per cui
ne vale davvero la pena praticare
la virtù?
Inventa
un titolo accattivante che contenga il vizio che ti è toccato.
Il mondo è bello nonostante me.
Pubblicizza
una tua creatura (link acquisto, cover, due righe per invogliarci)
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