lunedì 4 marzo 2019

Accidia - Vizi e Virtù - scrittore allo sbaraglio: Raffaele Abbate
















Ti sbarcano su un pianeta sconosciuto e devi spiegare agli autoctoni cos’è l'accidia. 
Provo a recitare questi versi restando immobile, sperando che gli alieni comprendano almeno il  suono. Poi mi domando: “vale la pena stancarmi visto che  nessuno verrà a salvarmi?

Vago senza affanni
e senza passioni
nel grigiore
di giorni sempre uguali
Opprimere gli affanni
soffocare le passioni
credendo di allungare la vita
una vita già troppo lunga

Nella vita hai esercitato/provato/vissuto il vizio di cui stiamo parlando: raccontaci.
Come accidioso non si sono macchiato  di nessuna colpa perché non ho vissuto  pienamente né il bene né il male.  Questa è la mia vita:
 Il pigiama comprato usato sulle bancarelle di via Sannio dietro le mura di San Giovanni conle camicie americane a fiori botton down quando scappai a Roma alla ricerca di me stesso.
Quel pigiama è stato il mio fantasma personale, per anni, appeso ad un gancio, sullo sfondo nuvole di una perturbazione estiva. E  non riesco a cancellarlo dalla mente
E tante inutili memorie: il Barbecue con la carne bruciacchiata, l'Anglia Torino
d'occasione scampata all'Arno esondato, il macellaio di Grottaferrata, il bue e l'asinello sul presepe fatto nell'angolo del salotto, la nonna cattiva rompicoglioni, discendente di un cardinale del Sant'Uffizio.
Tutto che non si dimentica. E resto immobile.
Passano gli anni in fretta, è un film in bianco e nero, come quelli della programmazione delle arene all'aperto dietro la Tuscolana.
Uno stronzo di cane sulla spiaggia di Terracina , mentre faccio il bagno mi piscia sulle scarpe lasciate sul bagnasciuga.
Mi incazzo come un bufalo e me la prendo con tutto il mondo e con chi mi sta intorno.
E' sempre colpa di qualcun'altro.
Scavo con la paletta e raccolgo i vermi per pescare la notte sulla spiaggia dei bufali al Salto di Fondi .
In vacanza a Terracina con il mare pieno di alghe e sul lungomare un'auto dei caramba davanti alla villa di Aldo Moro. Poi quando  fu trovato cadavere nella R4 i vicini a rimpiangerlo, solo da morto. Ma non reagisco, per l'ipocrisia, troppa fatica litigare
A spasso con la bici lungo i canali in Via del Piegarello, senza protezione, con il tanfo del marcio che mi prende alla gola e le zanzare attorno alla testa e sulle gambe e mi divorano come ad un pranzo di nozze per zanzare.
Voci senza senso che non portano da nessuna parte.
Una foto in bianco e nero, granuli di passato, rotaie luccicanti, sedili di legno, morbide memorie sotto platani ammuffiti che non credono al futuro.
E la circolare rossa non arriva
Giardinette di legno, giardinetti di plastica, preti affannati, celerini ossessivi, marmo grigio, ponti, statue, un viale verso il nulla, espadrillas di tela nera.
E quella cazzo di circolare rossa non arriva.
Sotto il sole di agosto sotto quel sole rovente di un agosto lontano son rimasto sul ponte.
La polvere, il fumo, il respiro affannoso, le speranze disperate.
Anni che credevo d'oro si son trasformati in anni di piombo
E la circolare rossa non arriverà più.
E sempre tra le palle quel fottutissimo fantasma con il pigiama comprato usato a via Sannio, che non vuole andare via
Tanto alcool bevuto a tutte le ore del giorno e della notte per cancellare il mio vecchio  fantasma e tutti gli altri fantasmi, con gli anni sono diventati tanti ed insopportabili.
Tante sigarette  fumat per aiutare a cancellare tutti i  fantasmi.
Ed ora niente alcool e niente sigararette,  forse  i fantasmi sono scappati via, si sono rotti per la mia inutile  noia. 

Consiglia un romanzo che parla del vizio/virtù in questione e spiegaci la scelta.
Consiglio la lettura de La Noia di Moravia, credo che rappresenti il  modello letterarario principie del vizio dell'accidia la cui lettura, in età adolescenziale ha determinato molti danni nel mio  equilibrio pisicologico.

Facci leggere un brano che ritieni accidioso.
Una vita grigia e fosca come  quella del personaggio Dino non è il massimo della vita. L'incipit è significativo:  
Ricordo benissimo come fu che cessai di dipingere. Una sera, dopo essere stato otto ore di seguito nel mio studio, quando dipingendo per cinque, dieci minuti e quando gettandomi sul divano e restandoci disteso, con gli occhi al soffitto, una o due ore; tutto ad un tratto, come per un'ispirazione finalmente autentica dopo tanti fiacchi conati, schiacciai l'ultima sigaretta nel portacenere colmo di mozziconi spenti, spiccai un salto felino dalla poltrona nella quale mi ero accasciato, afferrai un coltellino radente di cui mi servivo qualche volta per raschiare i colori e, a colpi ripetuti, trinciai la tela che stavo dipingendo e non fui contento finché non l'ebbi ridotta a brandelli.

Meglio sperimentare vizi o esercitare virtù? Sii sincero.
Tutti i vizi possibili, le virtù sono noiose. La cosa che  mi induce al  vizio è che  i praticanti della virtù con rinunce e sacrifici di ogni  genere  non hanno la certezza  di essere “premiati” a fine  vita, Per cui  ne vale davvero la pena praticare  la virtù? 

Inventa un titolo accattivante che contenga il vizio che ti è toccato.
Il  mondo è bello nonostante me.

Pubblicizza una tua creatura (link acquisto, cover, due righe per invogliarci)






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