martedì 19 marzo 2019

Avarizia - Vizi e Virtù - Scrittore allo sbaraglio: Lorenzo Sartori


Ti sbarcano su un pianeta sconosciuto e devi spiegare agli autoctoni cos’è l'avarizia.

Li invito tutti sulla Terra a provare i prodotti tipici del mio pianeta. Scrocco un passaggio interplanetario  e dopo aver gozzovigliato gli spiego come funziona quando si paga alla romana. Ovviamente mi defilo prima.

Nella vita hai esercitato il vizio di cui stiamo parlando: raccontaci.
Tra tutti i vizi che posso avere l’avarizia proprio non mi appartiene. È un vizio onestamente che faccio fatica anche a capire dal momento che condividere è ciò che rende qualsiasi cosa più interessante. Credo che tra tutti i vizi l’avarizia sia il più triste, oltre che il più classista, perché solo i ricchi possono permetterselo condannandosi a un’eterna insoddisfazione. È così triste che fa quasi venire voglia di buttarsi su una virtù ;-)

Consiglia un romanzo che parla del vizio in questione e spiegaci la scelta.
Non è facile consigliare un romanzo contemporaneo perché sembra che il tema dell’avarizia sia passato di moda. E non perché siamo meno avari che in passato, forse lo siamo in un modo diverso da come poteva esserlo il contadino Mazzarò ne La Roba di Verga o Scrooge nella celebre novella di Dickens A Christmas Carol. L’avarizia di cui forse tratta la narrativa contemporanea è quella dei sentimenti. Però, pensandoci bene, un romanzo c’è ed è tristemente attuale: “Carnaio” di Giulio Cavalli, che in un modo molto originale racconta della nostra capacità di trarre profitto anche dai cadaveri dei più disperati.

Facci leggere un brano attinente.
Non credo di avere mai affrontato questo tema per cui mi butto su un classico. Un  brano che dimostra quanto possa essere triste questo vizio. L’unico vizio che conduce alla privazione.
"Della roba ne possedeva fin dove arrivava la vista, ed egli aveva la vista lunga - dappertutto, a destra e a sinistra, davanti e di dietro, nel monte e nella pianura. Più di cinquemila bocche, senza contare gli uccelli del cielo e gli animali della terra, che mangiavano sulla sua terra, e senza contare la sua bocca la quale mangiava meno di tutte, e si contentava di due soldi di pane e un pezzo di formaggio, ingozzato in fretta e in furia, all'impiedi, in un cantuccio del magazzino grande come una chiesa, in mezzo alla polvere del grano, che non ci si vedeva, mentre i contadini scaricavano i sacchi, o a ridosso di un pagliaio, quando il vento spazzava la campagna gelata, al tempo del seminare, o colla testa dentro un corbello, nelle calde giornate della mèsse. Egli non beveva vino, non fumava, non usava tabacco, e sì che del tabacco ne producevano i suoi orti lungo il fiume, colle foglie larghe ed alte come un fanciullo, di quelle che si vendevano a 95 lire. Non aveva il vizio del giuoco, né quello delle donne. Di donne non aveva mai avuto sulle spalle che sua madre, la quale gli era costata anche 12 tarì, quando aveva dovuto farla portare al camposanto."
(Giovanni Verga, La roba)

Meglio sperimentare vizi o esercitare virtù? Sii sincero.
Difficile esercitare davvero una virtù se non si è provato prima il vizio.

Inventa un titolo accattivante che contenga il vizio che ti è toccato.
La prossima volta pago io.

Pubblicizza una tua creatura
Beh, il mio ultimo romanzo, Alieni a Crema (Plesio Editore), un romanzo un po’ di fantascienza ma anche molto “pop” dove si parla di provincia e di accoglienza e non solo di alieni.


Alieni a Crema
È una calda giornata d’estate e il sindaco di una cittadina di provincia si sta godendo il weekend nella sua casa di villeggiatura quando qualcuno suona il campanello: sono i servizi segreti e sono venuti a prelevarlo. Il Presidente del Consiglio lo attende d’urgenza a Roma.

Nella capitale il premier comunica al disorientato sindaco che la sua città, Crema, dovrà ospitare per dieci giorni cento abitanti di un pianeta lontano. È in gioco il prestigio del paese.
Cosa sono venuti a fare cento alieni a Crema?
Quale segreto nascondono?

http://www.plesioeditore.it/scheda_prodotto.php?prodotti_id=180


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